“Il problema – spiega il direttore del TgLa7 al Fatto quotidiano – è se la sinistra mantiene i rapporti con gli imprenditori ma nel frattempo perde per strada operai, insegnanti e il ceto medio”. Un momento di rottura forte c’è stato nel 2014, con Matteo Renzi: “La sua idea di modernità si sposava più con Confindustria che con Susanna Camusso, però non dimentichiamo che Renzi alle Europee ha portato il Pd al 40%: non mi sembra si possa dire che gli italiani volevano un Partito degli affari”. Per vent’anni il centrosinistra e il mondo imprenditoriale che non voleva Silvio Berlusconi al governo hanno cercato e trovato una legittimazione reciproca: “Quando Alessandro Profumo e Corrado Passera sostenevano Romano Prodi alle primarie il tema non si poneva. Il problema, semmai, è che c’ è stato un divorzio sentimentale tra il Pd e la sua base”. Esempio perfetto, la riforma della Buona Scuola di Renzi, riuscito nel “capolavoro di fare 150mila assunzioni scontentando allo stesso tempo i nuovi assunti – che venivano mandati lontano da casa – e tutti quelli che erano rimasti fuori dal programma”.

Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.