David Ermini, membro laico del Csm in quota Pd, è stato eletto alla terza votazione vicepresidente del Csm. Fu capogruppo della Margherita alla Provincia di Firenze quando Renzi era presidente
Alla terza votazione (era sufficiente la maggioranza semplice) ha ottenuto 13 preferenze, mentre Alberto Maria Benedetti ne ha avuti 11. Ci sono state due schede bianche. Subito dopo la sua elezione Ermini ha rilasciato questa dichiarazione: “Ho già chiesto la sospensione dal Partito democratico perché ritengo che quando si assume un incarico istituzionale si deve avere la possibilità di essere liberi. Quando veniamo qui ognuno di noi dismette la casacca che aveva un minuto prima e risponde solo alla legge e alla Costituzione”.
“Auguri per il suo lavoro- ha detto a Ermini il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella -. Inizia la nuova pagina del Csm che è un organo collegiale, che porta insieme la responsabilità dei compiti che gli sono assegnati dalla Costituzione”.
La scheda: ecco chi è Ermini
Avvocato penalista, ex responsabile Giustizia del Pd, Ermini è nato a Figline Valdarno (Firenze) 58 anni fa. Laureato all’Università del capoluogo toscano con una tesi sul diritto di voto degli italiani all’estero, la sua prima esperienza politica risale agli anni Ottanta come consigliere comunale di Figline Valdarno, incarico che ha rivestito anche tra il 2001 e il 2006. Nel 2004, e fino al 2009, Ermini è stato capogruppo della Margherita alla Provincia di Firenze durante la presidenza di Matteo Renzi e, tra il 2009 e il 2013, presidente del consiglio provinciale di Firenze. È stato per la prima volta eletto deputato nel 2013, e il 16 settembre 2014 nominato responsabile Giustizia del Pd guidato da Renzi. Dal 2015 al 2017 è stato commissario regionale del Pd Liguria. Rieletto deputato nelle file del Partito democratico il 4 marzo scorso, il 19 luglio Ermini è stato scelto dalle Camere tra gli 8 laici della nuova consiliatura di Palazzo dei Marescialli, che terminerà il suo mandato nel 2022. In passato, Ermini ha svolto funzioni di vicepretore onorario e di giudice sportivo presso la Figc per il settore giovanile.
L’attacco di Di Maio a Ermini
“È incredibile! – scrive il vicepremier Luigi Di Maio su Facebook – Avete letto? Questo renzianissimo deputato fiorentino del Pd è appena stato eletto presidente di fatto del Consiglio Superiore della Magistratura. Lo hanno votato magistrati di ruolo e membri espressi dal Parlamento. Ma dov’è l’indipendenza? E avevano pure il coraggio di accusare noi per Foa che non ha mai militato in nessun partito. È incredibile. Ermini è stato eletto a marzo, si è fatto cinque anni in parlamento con il Pd lottando contro le intercettazioni: la riforma che abbiamo bloccato era proprio la sua. Ora lo fanno pure presidente. Il Sistema è vivo e lotta contro di noi”.
E quello del ministro Bonafede
“Prendo atto che all’interno del Csm, c’è una parte maggioritaria di magistrati che ha deciso di fare politica!”. Lo scrive su Facebook il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede commentando l’elezione di Ermini a vicepresidente Csm. “Penso che la franchezza sia un valore nelle relazioni istituzionali! Non posso non prendere atto che i magistrati del Csm hanno deciso di affidare la vice presidenza del loro organo di autonomia ad un esponente di primo piano del Pd, unico politico eletto in questa legislatura tra i laici del Csm – scrive -. In questi anni, da deputato mi sono sempre battuto affinché, a prescindere dallo schieramento politico, il Parlamento individuasse membri laici non esposti politicamente. Una battaglia essenziale, a mio avviso, per salvaguardare l’autonomia della magistratura dalla politica”. “Evidentemente sta più a cuore al ministro della Giustizia che alla maggioranza dei magistrati”.
Il Pd replica stizzito
L’attacco del Movimento 5 Stelle suscita la reazione del Partito democratico. “Il ministro Bonafede condivide le parole del vicepresidente Di Maio, fortemente lesive dell’autonomia del Csm e di David Ermini?”. Recita così l’interrogazione urgente al Guardasigilli depositata dalle senatrici Pd Simona Malpezzi e Valeria Valente, vicepresidenti del gruppo dem a Palazzo Madama. “Di Maio – sostengono le due senatrici – si rende di nuovo protagonista di uno strappo istituzionale senza precedenti. È necessaria una immediata presa di posizione di Bonafede. Ci rivolgiamo anche ai Presidenti Fico e Casellati, si attivino subito per chiamare in aula il ministro della giustizia”.
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