POLETTI AVEVA RAGIONE, IN QUESTO PAESE NON LAVORI SE NON CONOSCI QUALCUNO, SOLO CHE DOVEVA DIRLA TUTTA: IN QUESTO PAESE NON LAVORI SE NON CONOSCI QUALCUNO DEL PD!1. Abbiamo Farinetti con la sua Eataly che prende appalti su appalti (e con la folle direttiva Bolkestein potrebbe scippare fette di mercato agli ambulanti che lavorano nei mercati rionali) che è un ottimo amico di Renzi.2. Abbiamo Buzzi di Mafia Capitale che finanziava il PD ed otteneva appalti in cambio.3. Abbiamo le cooperative rosse che sostengono da decenni prima i DS e poi il PD e ottengono appalti in tutte le grandi opere italiane.4. E poi abbiamo Pessina, un costruttore, che diventa azionista di maggioranza de L'Unità (portato secondo Report da Bonifazzi, tesoriere del PD) e, “magicamente” ottiene appalti in Italia, in Kazakistan e importantissimi agganci in Iran.Il Ministro della Disoccupazione Poletti diceva la verità. E' più facile trovare lavoro giocando a calcetto che con un ottimo CV, solo che devi giocare a calcetto con qualcuno del PD...
mercoledì 31 gennaio 2018
DENUNCIA SHOCK del deputato 5 Stelle Di Battista. Guardate cosa hanno fatto..
Ecco quanto scrive il deputato dei 5 stelle attraverso i profili social. Prende di mira il Ministro Poletti e fa queste dichiarazioni:
Crozza in diretta ferma tutto per scusarsi con Di Maio. Guardate che bel gesto
DIFFONDETE QUESTO VIDEO!
Il gesto di Maurizio Crozza Official in questo video è bellissimo.
Ha ammesso di aver creduto a una fake news sul mio conto diffusa da Beppe Severgnini e di aver fatto una gag prendendola per buona. Ma poi, quando se ne è reso conto, ha chiesto scusa in diretta tv.
Scuse ovviamente accettate!
Il gesto di Maurizio Crozza Official in questo video è bellissimo.
Ha ammesso di aver creduto a una fake news sul mio conto diffusa da Beppe Severgnini e di aver fatto una gag prendendola per buona. Ma poi, quando se ne è reso conto, ha chiesto scusa in diretta tv.
Scuse ovviamente accettate!
È difficile distinguere il vero dal falso soprattutto quando delle fake news vengono diffuse da giornalisti accreditati.
Grazie Maurizio!
Spero che ora arrivino anche le scuse dei giornalisti che hanno diffuso la fake news sui giornali e in tv. Intanto diffondiamo il più possibile questo video che aiuta a ristabilire la verità!
Grazie Maurizio!
Spero che ora arrivino anche le scuse dei giornalisti che hanno diffuso la fake news sui giornali e in tv. Intanto diffondiamo il più possibile questo video che aiuta a ristabilire la verità!
ULTIM'ORA - SCATTA LA DENUNCIA DI LUIGI DI MAIO: CONDIVIDETE IL PRIMA PRIMA POSSIBILE!
Riportiamo di seguito la denuncia di Luigi Di Maio, candidato premier del M5S:
“Avete visto media e giornali su quello che è accaduto in Sicilia? Una cosa è chiara. Esiste un patto sulla legge elettorale tra pd, forza italia e lega per fare fuori il MoVimento 5 Stelle. Ma esiste un patto ancora più forte sui media italiani per far fuori il MoVimento 5 Stelle. La regola è “dai addosso al MoVimento 5 Stelle per qualsiasi sciocchezza, ma copri tutti gli altri partiti per le cose gravi”.
Ieri è successa una cosa gravissima in Sicilia. Hanno arrestato l’ex sindaco di Priolo che è candidato nelle liste del centrodestra con Musumeci e che fa parte dell’elenco di impresentabili che Giancarlo Cancelleri ha consegnato a Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia, qualche giorno prima. Non è semplicemente uno degli impresentabili, è il primo della lista, con 22 capi d’imputazione e di cui Musumeci, candidato del centrodestra, si è preso la responsabilità di candidare nelle proprie liste, nonostante noi avessimo denunciato questa indecenza. Bene, dopo che abbiamo consegnato l’elenco all’antimafia, dopo che avevamo denunciato gli impresentabili (che sono sia nel centrosinistra sia nel centrodestra) hanno arrestato questo ex sindaco candidato nelle liste di Musumeci.
Qual è la cosa ancora più grave? Che questi impresentabili sono tutti coinvolti in processi che riguardano i cittadini siciliani. Per esempio questo che hanno arrestato tra le altre cose si era fatto i viaggi a spese del comune assieme agli anziani ed era uno che aveva, in cambio di voti, dato i soldi per i poveri ai falsi poveri. Qual è il punto? E’ come trattano i media italiani una notizia così grave. Prima di tutto i media siciliani almeno ne hanno parlato, ma alcuni non hanno ricollegato il fatto che questo signore fosse collegato a Musumeci, ma anzi l’hanno fatto apparire come arrabbiato per questa cosa, quando invece lui si è messo nelle sue liste questi impresentabili perchè sa che portano voti. Come faceva voti l’abbiamo scoperto dall’arresto.
Ora invece passiamo a vedere come i giornali italiani, partendo dagli online di ieri, hanno trattato questa notizia. Ma prima fate una cosa: immaginate se un candidato di Giancarlo Cancelleri fosse stato solo indagato, qui abbiamo un candidato di Musumeci arrestato.
La Stampa ieri metteva la notizia sul sito abbastanza in basso dopo questa notizia: “Pazzo meteo d’autunno, l’esperto: zanzare tutto l’anno con queste temperature”, dopo questa notizia c’è quella del candidato arrestato ma senza nessun collegamento con Musumeci.
Repubblica, che ha fatto per anni la battaglia contro Berlusconi e il centrodestra, mette la notizia molto in basso e soprattutto la mette dopo questa notizia: “Berlusconi e Pascale bloccati in mezzo al golfo di Napoli, avaria al motore dello yacht”. Una notizia molto più importante del candidato arrestato.
Sul Corriere della Sera ieri non c’era traccia di questa notizia, sono andato molto in basso e la notizia non c’era. L’unico che metteva in prima pagina online questa notizia era il Fatto Quotidiano, ma non è questa la notizia. La notizia è che nessun altro la metteva.
Ieri sera nei tg abbiamo visto molti non trattarla e dubito che i tg Rai abbiano collegato la notizia dell’arresto a Musumeci, candidato presidente del centro destra, quando invece se un nostro ex viene indagato la notizia è “Ex m5s indagato” e a volte neppure lo mettono.
Il Tg1 ieri non ha dato questa notizia, io lo sapevo e quindi ho fatto una battuta sul Rosatellum e ho messo dentro anche questa notizia, di modo che almeno i cittadini fossero almeno informati, bene. Il Tg1 non ha proprio trasmesso il servizio. Incredibile.
Stamattina sui giornali non c’è praticamente nulla: non lo trattano proprio questo argomento. Il Corriere a pagina 19 in basso a destra scrive: “Sindaco di forza italia e candidato agli arresti”. Repubblica mette la notizia in fondo a pagina 9 dopo che ha esaltato Berlusconi a Ischia. La Stampa non risulta abbia trattato questa notizia. E per il resto solo trafiletti.
Questo è il vero problema dell’Italia perchè se i cittadini non hanno le informazioni non possono decidere correttamente. Per fortuna con le nostre dirette su Facebook abbiamo raggiunto milioni di italiani, grazie al blog abbiamo veicolato queste informazioni e i media regionali almeno ne hanno parlato.
Ma il tema è che finchè avremo questa informazione che fa da palo a Musumeci, che fa da palo a Berlusconi, che fa da palo a Renzi quando avvengono queste indecenze e poi massacrano noi per ogni sciocchezza e facendoci percepire come il male dell’Italia quando noi il Paese lo vogliamo cambiare e non l’abbiamo mai governato, il livello di informazione resterà sempre bassissimo e non da democrazia evoluta come invece dovrebbe essere la nostra. E soprattutto i cittadini non avranno tutti gli strumenti per decidere. Condividete queste informazioni! Grazie.”
"La gente se ne fotte del Movimento 5 Stelle". Bufera in studio dopo l'affermazione del parassita
E' vero che la gente se ne fotte del Movimento 5 Stelle, come urla Casini a Porta a Porta, mentre confessa che loro (i politici di professione - ndr) "battono il marciapiede da 30 anni"? O è vero invece che la gente se ne fotte di Casini, che per non scomparire con il suo UDC ha dovuto fondersi con Scelta Civica, che ora sta scomparendo a sua volta? Con chi si fonderà al prossimo giro Casini, autoproclamatosi "vecchio battone", pur di credere che ci sia ancora in giro qualcuno disposto a votarlo?
ADRIANO CELENTANO ROMPE IL SILENZIO E A SORPRESA ANNUNCIA:"VIRGINIA RAGGI..."
"Tra un po' si andrà a votare e io sono preoccupato". Esordisce così Adriano Celentano sul suo blog, con uno sfogo politico che va dall'endorsement alla sindaca di Roma, Virginia Raggi al caso di Ester Pasqualoni, l'oncologa accoltellata a morte davanti all'ospedale Val Vibrata di Sant'Omero, in provincia di Teramo, da uno stalker che da tempo la perseguitava. Il molleggiato traccia un quadro generale della politica "allo sbando". Non a caso il titolo del suo intervento sul blog è proprio 'Sbando'.
"I partiti hanno smarrito la strada - scrive Celentano - Non sanno dove prendere i voti. Le banche si fanno prestare i soldi dai piccoli risparmiatori e poi non glieli restituiscono più. Gli arrampicatori pretendono che Virginia Raggi, in quattro e quattr'otto, risollevi Roma dalle macerie prodotte dai governi precedenti. O forse, è proprio quello che temono: che sia lei, l'unica in grado di realizzare il miracolo.
Fatto sta che il mondo politico è allo sbando, e forse qualche sbandamento l'ha avuto anche il capo della polizia visto che ha dichiarato che l'orribile delitto ai danni dell'oncologa rappresenta una vera e propria sconfitta per le istituzioni. La povera Ester viveva in uno stato di angoscia insostenibile, perseguitata da mesi giorno e notte, a niente sono servite le continue denunce alle forze dell'ordine sistematicamente archiviate perché 'purtroppo' la donna era ancora 'viva'".
"I partiti hanno smarrito la strada - scrive Celentano - Non sanno dove prendere i voti. Le banche si fanno prestare i soldi dai piccoli risparmiatori e poi non glieli restituiscono più. Gli arrampicatori pretendono che Virginia Raggi, in quattro e quattr'otto, risollevi Roma dalle macerie prodotte dai governi precedenti. O forse, è proprio quello che temono: che sia lei, l'unica in grado di realizzare il miracolo.
Fatto sta che il mondo politico è allo sbando, e forse qualche sbandamento l'ha avuto anche il capo della polizia visto che ha dichiarato che l'orribile delitto ai danni dell'oncologa rappresenta una vera e propria sconfitta per le istituzioni. La povera Ester viveva in uno stato di angoscia insostenibile, perseguitata da mesi giorno e notte, a niente sono servite le continue denunce alle forze dell'ordine sistematicamente archiviate perché 'purtroppo' la donna era ancora 'viva'".
martedì 30 gennaio 2018
Raggi: a Roma parte la rivoluzione. Arrivano referendum propositivi, voto elettronico, bilancio partecipativo e altro ancora.
(ANSA) - ROMA, 30 GEN - Via libera dell'assemblea capitolina con 27 voti sì e 6 contrari alla modifica dello statuto di Roma Capitale targato M5S che introduce nuovi elementi di democrazia diretta: il referendum propositivo accanto a quello consultivo e abrogativo; l'abolizione del quorum; la sperimentazione del voto elettronico in cabina; il bilancio partecipativo; le petizioni on line che possono essere illustrate dai cittadini in Aula "sul modello del Parlamento inglese". Viene modificata poi la rappresentanza di genere in giunta dal 50% alla previsione di legge (60%-40%).
Fonte: http://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2018/01/30/roma-referendum-cambia-lo-statuto_4e45752e-4581-4eef-bae9-a77ac1c12b6d.html
Fonte: http://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2018/01/30/roma-referendum-cambia-lo-statuto_4e45752e-4581-4eef-bae9-a77ac1c12b6d.html
lunedì 29 gennaio 2018
Marco Travaglio non ha dubbi:"Legge elettorale? Dobbiamo fregarli così". Il clamoroso escamotage contro i parassiti della casta
Marco Travaglio - Freghiamoli così.
FQ - 14/10/2017
Daniele Luttazzi, ai tempi di B., coniò un’immagine che rendeva bene l’idea: il “golpe al rallentatore”. Se alziamo lo sguardo e ripercorriamo la storia di quest’ultima legislatura, proprio questo vediamo: un golpe al rallentatore. Dove però B. non c’entra se non di straforo: i veri golpisti sono tutti targati Pd. Il Parlamento dei nominati con una maggioranza estrogenata da una legge elettorale poi dichiarata illegittima, che dunque è una minoranza, si è permesso di fare cose mai viste neppure ai tempi di B.: rieleggere il capo dello Stato per cacciare all’opposizione l’unica forza politica che ha vinto le elezioni (i 5Stelle) e mandare al governo chi le ha perse; riformare la legge elettorale a colpi di fiducia per iniziativa del governo (Italicum, incostituzionale anche quello); tentare di cambiare un terzo della Costituzione a botte di canguri e tagliole per strozzare il dibattito in Parlamento, addirittura rimpiazzando i senatori non allineati; comprare pezzi di centrodestra per annetterli al centrosinistra; ricattare chi non ci sta con la minaccia di non ricandidarlo; incoraggiare il trasformismo fino a 550 cambi di casacca (su 945 seggi parlamentari) in quattro anni e mezzo; e ora truccare un’altra volta le regole del voto a pochi mesi dalle urne per drogare gli scarsi consensi di chi aveva perso nel 2013 e si appresta a riperdere nel 2018 eliminando chi potrebbe rivincerle), ancora una volta a colpi di fiducia e con la complicità dei poteri di controllo: il Quirinale del silenzio-assenso, i giornaloni e le tv di regime, gran parte del mondo intellettuale, giuridico e artistico ieri sulle barricate, ora allineato e coperto.
Tutt’intorno, un’opinione pubblica per metà disinformata dalle balle del potere che non trovano mai smentita e per metà consapevole, ma troppo mitridatizzata o stremata o rassegnata dopo anni di vergogne ogni giorno più gravi per trovare la forza per reagire. Anche noi del Fatto, nati proprio per dare la sveglia e scrivere ciò che gli altri non dicono, ci domandiamo spesso che hanno fatto di male i lettori per sorbirsi ogni giorno un attentato al fegato e alle coronarie per effetto delle nostre cronache e delle nostre analisi delle cose come stanno. Poi naturalmente continuiamo, perché un giornale che non dice pane al pane e non racconta i fatti nudi e crudi non è un giornale. E perché ogni tanto le nostre battaglie partono in beata solitudine, ma poi col tempo coinvolgono milioni di persone e addirittura riescono a strappare una vittoria. Come nel referendum del 4 dicembre 2016. È da lì che dobbiamo ripartire, per capire che cosa accade e che cosa possiamo fare noi.
Il progetto dei golpisti al rallentatore è semplice, anche perché è sempre lo stesso: quello cacciato a furor di popolo dalla porta del referendum e ora rientrato dalla finestra del Rosatellum-Fascistellum. Un progetto di pseudo-democrazia verticale, centralizzata, oligarchica e dunque incostituzionale, dove pochissime persone – tutte controllabili dai poteri forti italiani e soprattutto internazionali – decidono il destino di tutti i cittadini ridotti a sudditi. Fallito il tentativo di ridurre il Parlamento a un’aula sorda e grigia alle dipendenze del premier-padrone (come previsto dall’incrocio mostruoso della controriforma Boschi e dell’Italicum), ci riprovano con la nuova legge elettorale, anzi anti-elettorale: il giorno delle elezioni tutti i giochi saranno già fatti, quasi tutti i parlamentari saranno già stati decisi da tre o quattro capi-partito che nomineranno tutti quelli della quota proporzionale (due terzi) e anche di quella maggioritaria (l’altro terzo), col divieto del voto disgiunto e il via libera alle finte coalizioni a geometria variabile da collegio a collegio. Così il prossimo Parlamento sarà ancor più servo di questo, senza più nemmeno l’esigenza di comprare voltagabbana (a parte qualche leghista, qualche fratello d’Italia e qualche grillino in libera uscita). E quando la Consulta, come per il Porcellum e l’Italicum, ci comunicherà ciò che sappiamo fin da oggi, e cioè che pure il Rosatellum è incostituzionale, lorsignori faranno spallucce: invocando il principio di continuità, seguiteranno a comandare con una maggioranza truccata per tutta la legislatura. E così via, all’infinito.
Intanto lo stesso modello vertical-oligarchico darà i suoi frutti in tutti quelli che nelle vere democrazie si chiamano “contrappesi” (check and balance). Nella magistratura, una circolare del Csm si appresta a centralizzare vieppiù le Procure nelle mani del capo, selezionato da un Csm ipercontrollato dai partiti e dalle loro proiezioni correntizie, con poteri di vita e di morte sui singoli pm, un tempo esclusivi e intangibili titolari dell’azione penale e ora ridotti a passacarte e camerieri di un procuratore onnipotente (che, se poi fa il bravo, viene premiato con incarichi ministeriali e persino con proroghe ad personam dell’età pensionabile). Nell’informazione che conta, il modello è lo stesso: i giornaloni, a parte qualche trascurabile sfumatura, sono tutti governativi; la Rai non è più nemmeno lottizzata, ma controllata dal partito unico di governo sotto la dittatura di un dg-ad che fa il bello e il cattivo tempo anche sul segnale orario; su Mediaset, inutile sprecare fiato; e il web sarà sempre screditato come sentina di fake news e magari imbavagliato da “regole” di bon ton a immagine e somiglianza del sistema.
Prima di spararci un colpo alla nuca, dobbiamo sapere che questo quadro terrificante non è scontato. Dipende da noi, se faremo finalmente buon uso della scheda elettorale: alle Regionali siciliane e alle Politiche. Come? Votando per quelli che hanno votato no l’altroieri alla Camera. Il Fascistellum almeno un merito ce l’ha: dirci per chi non dobbiamo votare mai più.
FQ - 14/10/2017
Daniele Luttazzi, ai tempi di B., coniò un’immagine che rendeva bene l’idea: il “golpe al rallentatore”. Se alziamo lo sguardo e ripercorriamo la storia di quest’ultima legislatura, proprio questo vediamo: un golpe al rallentatore. Dove però B. non c’entra se non di straforo: i veri golpisti sono tutti targati Pd. Il Parlamento dei nominati con una maggioranza estrogenata da una legge elettorale poi dichiarata illegittima, che dunque è una minoranza, si è permesso di fare cose mai viste neppure ai tempi di B.: rieleggere il capo dello Stato per cacciare all’opposizione l’unica forza politica che ha vinto le elezioni (i 5Stelle) e mandare al governo chi le ha perse; riformare la legge elettorale a colpi di fiducia per iniziativa del governo (Italicum, incostituzionale anche quello); tentare di cambiare un terzo della Costituzione a botte di canguri e tagliole per strozzare il dibattito in Parlamento, addirittura rimpiazzando i senatori non allineati; comprare pezzi di centrodestra per annetterli al centrosinistra; ricattare chi non ci sta con la minaccia di non ricandidarlo; incoraggiare il trasformismo fino a 550 cambi di casacca (su 945 seggi parlamentari) in quattro anni e mezzo; e ora truccare un’altra volta le regole del voto a pochi mesi dalle urne per drogare gli scarsi consensi di chi aveva perso nel 2013 e si appresta a riperdere nel 2018 eliminando chi potrebbe rivincerle), ancora una volta a colpi di fiducia e con la complicità dei poteri di controllo: il Quirinale del silenzio-assenso, i giornaloni e le tv di regime, gran parte del mondo intellettuale, giuridico e artistico ieri sulle barricate, ora allineato e coperto.
Tutt’intorno, un’opinione pubblica per metà disinformata dalle balle del potere che non trovano mai smentita e per metà consapevole, ma troppo mitridatizzata o stremata o rassegnata dopo anni di vergogne ogni giorno più gravi per trovare la forza per reagire. Anche noi del Fatto, nati proprio per dare la sveglia e scrivere ciò che gli altri non dicono, ci domandiamo spesso che hanno fatto di male i lettori per sorbirsi ogni giorno un attentato al fegato e alle coronarie per effetto delle nostre cronache e delle nostre analisi delle cose come stanno. Poi naturalmente continuiamo, perché un giornale che non dice pane al pane e non racconta i fatti nudi e crudi non è un giornale. E perché ogni tanto le nostre battaglie partono in beata solitudine, ma poi col tempo coinvolgono milioni di persone e addirittura riescono a strappare una vittoria. Come nel referendum del 4 dicembre 2016. È da lì che dobbiamo ripartire, per capire che cosa accade e che cosa possiamo fare noi.
Il progetto dei golpisti al rallentatore è semplice, anche perché è sempre lo stesso: quello cacciato a furor di popolo dalla porta del referendum e ora rientrato dalla finestra del Rosatellum-Fascistellum. Un progetto di pseudo-democrazia verticale, centralizzata, oligarchica e dunque incostituzionale, dove pochissime persone – tutte controllabili dai poteri forti italiani e soprattutto internazionali – decidono il destino di tutti i cittadini ridotti a sudditi. Fallito il tentativo di ridurre il Parlamento a un’aula sorda e grigia alle dipendenze del premier-padrone (come previsto dall’incrocio mostruoso della controriforma Boschi e dell’Italicum), ci riprovano con la nuova legge elettorale, anzi anti-elettorale: il giorno delle elezioni tutti i giochi saranno già fatti, quasi tutti i parlamentari saranno già stati decisi da tre o quattro capi-partito che nomineranno tutti quelli della quota proporzionale (due terzi) e anche di quella maggioritaria (l’altro terzo), col divieto del voto disgiunto e il via libera alle finte coalizioni a geometria variabile da collegio a collegio. Così il prossimo Parlamento sarà ancor più servo di questo, senza più nemmeno l’esigenza di comprare voltagabbana (a parte qualche leghista, qualche fratello d’Italia e qualche grillino in libera uscita). E quando la Consulta, come per il Porcellum e l’Italicum, ci comunicherà ciò che sappiamo fin da oggi, e cioè che pure il Rosatellum è incostituzionale, lorsignori faranno spallucce: invocando il principio di continuità, seguiteranno a comandare con una maggioranza truccata per tutta la legislatura. E così via, all’infinito.
Intanto lo stesso modello vertical-oligarchico darà i suoi frutti in tutti quelli che nelle vere democrazie si chiamano “contrappesi” (check and balance). Nella magistratura, una circolare del Csm si appresta a centralizzare vieppiù le Procure nelle mani del capo, selezionato da un Csm ipercontrollato dai partiti e dalle loro proiezioni correntizie, con poteri di vita e di morte sui singoli pm, un tempo esclusivi e intangibili titolari dell’azione penale e ora ridotti a passacarte e camerieri di un procuratore onnipotente (che, se poi fa il bravo, viene premiato con incarichi ministeriali e persino con proroghe ad personam dell’età pensionabile). Nell’informazione che conta, il modello è lo stesso: i giornaloni, a parte qualche trascurabile sfumatura, sono tutti governativi; la Rai non è più nemmeno lottizzata, ma controllata dal partito unico di governo sotto la dittatura di un dg-ad che fa il bello e il cattivo tempo anche sul segnale orario; su Mediaset, inutile sprecare fiato; e il web sarà sempre screditato come sentina di fake news e magari imbavagliato da “regole” di bon ton a immagine e somiglianza del sistema.
Prima di spararci un colpo alla nuca, dobbiamo sapere che questo quadro terrificante non è scontato. Dipende da noi, se faremo finalmente buon uso della scheda elettorale: alle Regionali siciliane e alle Politiche. Come? Votando per quelli che hanno votato no l’altroieri alla Camera. Il Fascistellum almeno un merito ce l’ha: dirci per chi non dobbiamo votare mai più.
"I conti rossi dell'INPS? Colpa degli italiani, muoiono troppo tardi". La scandalosa dichiarazione di Padoan
Gli italiani sono troppo longevi. È questo, al di là delle questioni tecniche sugli anticipi, gli adeguamenti, i cumuli e le soglie, il vero problema del sistema pensionistico italiano. A dirlo fuori dai denti, mentre candidamente annunciava che il taglio dell'Irpef lo farà forse il prossimo governo, è stato ieri Pier Carlo Padoan, replicando alle critiche piovute sulla manovrina. Il ministro dell'Economia ha provato a confondere un po' le acque, inserendo nella legge di bilancio alcune norme per agevolare l' anticipo delle donne (Ape rosa) e estendere il beneficio anche ai lavoratori saltuari che abbiano cumulato almeno 18 mesi di contratti di lavoro negli ultimi tre anni.
Specchietti che non hanno ingannato i sindacati, convinti che il governo dovesse affrontare in manovra, almeno in maniera parziale per alcune categorie, il problema dell' aumento dell' età pensionabile a 67 anni che scatterà dal 2019 in base all'adeguamento con le aspettative di vita. Sulla questione le sigle avevano ricevuto un mezzo impegno da parte del ministro del Lavoro Giuliano Poletti,che da mesi continuava a far slittare la decisione, sostenendo di voler aspettare le tabelle Istat sull'allungamento di vita degli italiani, finché ieri mattina, ancor prima del Consiglio dei ministri, non ha vuotato il sacco: «La previdenza non è una priorità della manovra».
Parole poi confermate dal premier Paolo Gentiloni e dallo stesso testo approvato dal governo, in cui non c'è traccia di interventi sull'età minima per ottenere l'assegno di vecchiaia. «Il governo aveva firmato con noi un accordo nel quale si affrontava il tema dell'età pensionabile e della differenza dell'aspettativa di vita che c'è anche in ragione dei lavori che si fanno e del tipo di attività professionale. L'aspettativa di vita non è una media uguale per tutti e quindi non può essere affrontata in questo modo. Siamo in esplicita violazione degli accordi che erano stati fatti sia sul tema dell' aspettativa di vita sia sul tema della pensione di garanzia per i giovani», ha tuonato la segretaria della Cgil Susanna Camusso, seguita a ruota da tutti gli altri leader sindacali.
Ed ecco la risposta di Padoan. Dopo aver accusato i rappresentanti di «non aver letto la manovra» (in effetti, il testo ancora non c'è) e ammesso di non possedere «la bacchetta magica», il titolare di Via XX Settembre ha spiegato che il nostro sistema è «uno dei più equi d' Europa» e che l'aumento dell' età pensionabile è dovuto ad «una legge concordata in sede europea che tiene conto dell' aspettativa di vita, un meccanismo che ha a che fare con la demografia». Il problema, insomma, non è del governo, ma nostro: siamo troppo vecchi e ci ostiniamo a non voler morire, dissanguando così le fragili casse della previdenza.
La tesi potrebbe sembrare bizzarra, soprattutto se si pensa che, già senza adeguamento, siamo uno dei Paesi d'Europa e del mondo dove si va in pensione più tardi, ma di sicuro non è nuova. Basta sfogliare l'ultima Nota di aggiornamento del Def per apprendere che «l'incremento dell'incidenza sul pil del complesso delle spese pubbliche age-related (quelle legate all'allungamento della vita) determina un sensibile deterioramento sia dell'indicatore di sostenibilità della finanza pubblica di medio periodo sia dell'indicatore di lungo periodo, con riferimento al quale si verificherebbe il passaggio del nostro Paese dalla categoria a basso rischio a quella a medio rischio». Insomma, se non ci decidiamo a tirare prima le cuoia, non solo crollerà il sistema pensionistico, ma andrà a gambe all'aria l'intero quadro della finanza pubblica.
di Sandro Iacometti
Fonte: http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/13265860/pensioni-pier-carlo-padoan-ci-vuole-morti-presto.html
Bufera a Roma! La Raggi ha scoperto una truffa spaventosa. Guardate in quale impresa è riuscita..
Le case popolari devono andare ai cittadini che hanno reale diritto e bisogno.
Dal censimento che abbiamo appena terminato sugli appartamenti dell’Edilizia Residenziale Pubblica di Roma Capitale sono invece emersi ben 2mila casi di abusivi. Cioè persone che hanno redditi alti, possiedono già immobili o sono residenti altrove.
Una persona è risultata addirittura proprietaria di ben 18 immobili. Altri hanno redditi di 70mila, 80mila, fino anche a 90mila euro all’anno. Una famiglia, che abbiamo sgomberato da una casa popolare, aveva addirittura una Porsche parcheggiata sotto casa. Per non parlare poi di più di 1.600 alloggi i cui legittimi assegnatari risultano deceduti.
Abbiamo scoperto il caso di una giovane donna che, seppur non indigente, aveva pensato di conservare indebitamente, dopo il decesso della nonna assegnataria, un appartamento di proprietà di Roma Capitale di 100 mq in pieno centro storico a due passi da Piazza Navona. Tutto ciò è inaccettabile e stiamo lavorando per far cessare immediatamente questi abusi che esistono purtroppo da troppi anni.
L’Assessora al Patrimonio e alle Politiche abitative Rosalba Castiglione rivolge oggi una lettera aperta ai cittadini benestanti occupanti abusivi delle case popolari, con l’invito a fare un gesto di onestà: liberare spontaneamente l’alloggio, così che l’Amministrazione possa assegnarlo subito a chi ha diritto.
Il costo a carico della collettività per questi abusi è altissimo. Il più alto è proprio quello che pagano le famiglie in attesa della casa popolare sin dal 2000, senza contare i costi legati al personale, alle azioni di sgombero e al tempo impiegato per rintracciare queste situazioni intollerabili.
Gli alloggi popolari hanno uno scopo preciso e inderogabile: essere abitati dai nostri concittadini che un appartamento sul libero mercato, al momento, non se lo possono permettere.
Parliamo di famiglie fino ad ora deluse, che si sono sentite abbandonate, che hanno perso anche la stessa speranza.
Bene mi rivolgo proprio a loro. A chi pensava che non sarebbe mai arrivata a Roma un’Amministrazione determinata e onesta, rivolgiamo l’invito a ricredersi. E’ giunto il momento di mettere fine a queste ingiustizie.
Andiamo avanti determinati per restituire il patrimonio pubblico capitolino al servizio del bene comune. Al servizio dei cittadini.
"ANDATE IN TV A DIRE CHE ABBASSATE LE TASSE, NEI DOCUMENTI SCRIVETE IL CONTRARIO". BELPIETRO MASSACRA LA PARASSITA PD MANDATA A RACCONTAR BALLE DAL CIALTRONE DI FIRENZE
Scontro sulle tasse tra Maurizio Belpietro e Anna Ascani a DiMartedì su La7 . Il direttore di Libero ha demolito la deputata del Pd: “Nel Def c’è scritto che, a differenza di quanto raccontato da Matteo Renzi in conferenza stampa, le tasse che aumentano. Non sono state aumentate ma aumenteranno nei prossimi anni”. La pressione fiscale, continua Belpietro, “nel 2016-2017 arriverà al 44,1 per cento. Lo dice il Def, non lo dico io. Quindi il presidente del Consiglio dice delle cose che non corrispondono al vero”. E sul tesoretto: “Non esiste. E significa spolo una cosa: Renzi sta indebitando il Paese. Come ha fatto per gli 80 euro”.
Prova a ribattere la Ascani: “Lei ha rielaborato le tabelle”. E tira fuori “le clausole di salvaguardia”. Belpietro la zittisce: “Queste argomentazioni sono inesistenti. C’è una tabella del ministero dell’Economia che dice chela pressione fiscale aumenta. Non c’entra niente la clausola di salvaguardia. Non facciamo confusione. Il Def dice una cosa: vi racconto le previsioni macroeconomiche del Paese che dicono che la pressione fiscale aumenta. Punto. Non c’è altra giustificazione: se la pressione aumenta, aumeano le entrate. Tanto è vero che sono documentate con63 miliardi in più. Mi dite da dove cavolo arrivano questi 63 miliardi?”.
domenica 28 gennaio 2018
Il pentito: 'A Ostia il PD pagava il pizzo agli Spada
Possiamo davvero dire che il Partito Democratico non stia passando davvero un periodo dei migliori.
Alle grane della compilazione delle liste ed ai sondaggi che prevedono una storica batosta alle prossime elezioni [VIDEO] politiche del 4 marzo, oggi arriva una notizia che è destinata a fare fragore.
'Il Pd pagava il pizzo al clan degli Spada'
Secondo il quotidiano romano Il Tempo anche il circolo #Pd di #ostia, sito nel territorio controllato dagli #Spada, pagava il pizzo. Lo avrebbe dichiarato Michael Cardoni il super pentito che ha contribuito, con le sue confessioni, ad incastrare ed arrestare il vertice del clan [VIDEO] mafioso degli Spada, che negli ultimi anni ha regnato incontrastato nell'intero territorio di Ostia.
Il 28 gennaio 2016, davanti agli inquirenti che gli mostravano una cartina della municipio di Ostia Cardoni avrebbe segnalato via per via tutte le zone dove vigeva la "legge del clan" e, oltre ad incare le piazze dello spaccio, avrebbe fornito i nominativi dei locali e delle attività commerciali sottoposte al regime del pizzo. Fu questa l'occasione nella quale avrebbe rivelato che anche la locale sezione del partito di Matteo Renzi era obbligata a versare una periodica cifra di denaro.
Il commento di Stefano Esposito, commissario PD
Il PD a Ostia è commissariato da tempo e opera sotto la "tutela" del senatore Stefano Esposito che, interpellato sulla scottante rivelazione ha dichiarato di non essere per nulla stupito poichè sin da quando ha assunto l'incarico nel municipio romano ha sempre percepito un forte clima di intimidazione.
Ribadendo che i dirigenti locali abbiano sbagliato poichè chi subisce questi atti criminali non deve cedere ma denunciare immediatamente alle forze dell'ordine.
Ricordiamo che il Municipio di Ostia è stato commissariato per ben 2 anni dopo le dimissioni anticipate del Presidente Mauro Tassone del PD del 18 marzo 2015. Finì nella bufera per presunte voci di rapporti con esponenti della criminalità organizzata. Lo stesso fu addirittura arrestato il 4 Agosto dello stesso anno nell'inchiesta "mondo di mezzo", divenuta celebre per aver scoperchiato il sistema di "Mafia Capitale".
Per il PD che, a parole ha sempre sostenuto le politiche antimafia, è l'ultima di una lunga serie di situazioni imbarazzanti. Sono molteplici le amministrazioni locali a guida "democratica" sotto indagine o addirittura sciolte a causa di infiltrazioni mafiose, partendo dalla Calabria fino ad arrivare alla "rossa" Emilia Romagna.
FONTE: http://it.blastingnews.com/politica/2018/01/lasciarono-sel-per-il-pd-di-renzi-ecco-dove-saranno-candidati-a-queste-elezioni-002320479.html
Alle grane della compilazione delle liste ed ai sondaggi che prevedono una storica batosta alle prossime elezioni [VIDEO] politiche del 4 marzo, oggi arriva una notizia che è destinata a fare fragore.
'Il Pd pagava il pizzo al clan degli Spada'
Secondo il quotidiano romano Il Tempo anche il circolo #Pd di #ostia, sito nel territorio controllato dagli #Spada, pagava il pizzo. Lo avrebbe dichiarato Michael Cardoni il super pentito che ha contribuito, con le sue confessioni, ad incastrare ed arrestare il vertice del clan [VIDEO] mafioso degli Spada, che negli ultimi anni ha regnato incontrastato nell'intero territorio di Ostia.
Il 28 gennaio 2016, davanti agli inquirenti che gli mostravano una cartina della municipio di Ostia Cardoni avrebbe segnalato via per via tutte le zone dove vigeva la "legge del clan" e, oltre ad incare le piazze dello spaccio, avrebbe fornito i nominativi dei locali e delle attività commerciali sottoposte al regime del pizzo. Fu questa l'occasione nella quale avrebbe rivelato che anche la locale sezione del partito di Matteo Renzi era obbligata a versare una periodica cifra di denaro.
Il commento di Stefano Esposito, commissario PD
Il PD a Ostia è commissariato da tempo e opera sotto la "tutela" del senatore Stefano Esposito che, interpellato sulla scottante rivelazione ha dichiarato di non essere per nulla stupito poichè sin da quando ha assunto l'incarico nel municipio romano ha sempre percepito un forte clima di intimidazione.
Ribadendo che i dirigenti locali abbiano sbagliato poichè chi subisce questi atti criminali non deve cedere ma denunciare immediatamente alle forze dell'ordine.
Ricordiamo che il Municipio di Ostia è stato commissariato per ben 2 anni dopo le dimissioni anticipate del Presidente Mauro Tassone del PD del 18 marzo 2015. Finì nella bufera per presunte voci di rapporti con esponenti della criminalità organizzata. Lo stesso fu addirittura arrestato il 4 Agosto dello stesso anno nell'inchiesta "mondo di mezzo", divenuta celebre per aver scoperchiato il sistema di "Mafia Capitale".
Per il PD che, a parole ha sempre sostenuto le politiche antimafia, è l'ultima di una lunga serie di situazioni imbarazzanti. Sono molteplici le amministrazioni locali a guida "democratica" sotto indagine o addirittura sciolte a causa di infiltrazioni mafiose, partendo dalla Calabria fino ad arrivare alla "rossa" Emilia Romagna.
FONTE: http://it.blastingnews.com/politica/2018/01/lasciarono-sel-per-il-pd-di-renzi-ecco-dove-saranno-candidati-a-queste-elezioni-002320479.html
venerdì 26 gennaio 2018
APPLAUSI, TUTTI IN PIEDI PER PAPA FRANCESCO: CONDIVIDIAMO QUESTA NOTIZIA INCREDIBILE.
Anche Papa Francesco vuole abolire le pensioni d’oro.
Il Santo Padre nel discorso di stamane ai delegati della Cisl, ha detto che “non sempre e non a tutti è riconosciuto il diritto a una giusta pensione, giusta perché né troppo povera né troppo ricca: le ‘pensioni d’oro’ sono un’offesa al lavoro non meno grave delle pensioni troppo povere, perché fanno sì che le diseguaglianze del tempo del lavoro diventino perenni”.
E ha aggiunto: “Quella che costringe gli anziani a lavorare troppo a lungo e obbliga una intera generazione di giovani a non lavorare quando dovrebbero farlo per loro e per tutti”.
Poi il Papa ha parlato di giovani e lavoro:
“mancano energia, entusiasmo, innovazione, gioia di vivere, che sono preziosi beni comuni che rendono migliore la vita economica e la pubblica felicità,” ha detto Francesco, che ha aggiunto: ” allora urgente un nuovo patto sociale umano, un nuovo patto sociale per il lavoro, che riduca le ore di lavoro di chi è nell’ultima stagione lavorativa, per creare lavoro per i giovani che hanno il diritto-dovere di lavorare. Il dono del lavoro è il primo dono dei padri e delle madri ai figli e alle figlie, è il primo patrimonio di una società. È la prima dote con cui li aiutiamo a spiccare il loro volo libero della vita adulta.”
Infine la stoccata ai sindacati, i quali, se sono incompresi, ha spiegato Papa Francesco, è perchè non fanno abbastanza “nei luoghi dei ‘diritti del non ancora’: nelle periferie esistenziali, tra gli scartati del lavoro”. E ancora: “la corruzione è entrata nel cuore di alcuni sindacalisti”.
Secondo il Papa il sindacato rischia di “diventare troppo simile alle istituzioni e ai poteri che invece dovrebbe criticare” e con il passare del tempo ha finito “per somigliare troppo alla politica, o meglio, ai partiti politici, al loro linguaggio, al loro stile”.
LA MINISTRA FEDELI? HA UN MARITO SUPER PARASSITA: ECCO QUANTO PORTA A CASA CON LA “SOLITA” CONSULENZA D’ORO
Pubblichiamo una lettera inviata da un lettore al “Gazzettino”, il quotidiano più letto del Triveneto…
Caro Gazzettino,
già il 20 dicembre scorso avevo segnalato che la nuova titolare della Pubblica Istruzione, Valeria Fedeli, ex dirigente Cgil, era moglie di un altro senatore della precedente legislatura, tale Achille Passoni, pure lui ex dirigente Cgil (un bel sindacato di “lavoratori” dietro alle “spalle”), con il quale andrà (anzi andranno entrambi) in pensione rigorosamente “d’oro” con relativi lauti vitalizi.
Come se non bastasse ho scoperto che il coniuge della Fedeli è stato ulteriormente gratificato dal governo Renzi con un altro, non meglio precisato, incarico di “soli” 120 mila euro (consulenza segnalata e mai smentita su la Stampa) e, sorprendendomi di scoprirlo casualmente, solo ora mi viene da pensare che coloro che avrebbero dovuto farmelo sapere (politici, giornalisti ecc.) hanno, a loro volta parenti o meno scheletrici, nei rispettivi armadi.
Intanto la signora Fedeli – non laureata come erroneamente si era presentata – è pure il membro del governo con il più alto redddito, notizia delle ultime ore. Tutto normale in questo Belpaese.
Luciano Dissegna
Romano d’Ezzelino (Vi)
già il 20 dicembre scorso avevo segnalato che la nuova titolare della Pubblica Istruzione, Valeria Fedeli, ex dirigente Cgil, era moglie di un altro senatore della precedente legislatura, tale Achille Passoni, pure lui ex dirigente Cgil (un bel sindacato di “lavoratori” dietro alle “spalle”), con il quale andrà (anzi andranno entrambi) in pensione rigorosamente “d’oro” con relativi lauti vitalizi.
Romano d’Ezzelino (Vi)
Pubblico spiazzato! Travaglio dice una cosa senza precedenti in diretta TV: "La gente vota il M5S perchè.."
TRAVAGLIO: "I CINQUE STELLE RESTANO IN TESTA AI SONDAGGI PERCHÉ NON RUBANO!"
Marco Travaglio dice una grande verità: "I Cinque Stelle hanno tanti difetti, ma non si sono ancora decisi a rubare: forse questo è il vero problema che inquieta tante persone e la ragione per cui continuano ad essere in cima ai sondaggi nonostante il linciaggio che subiscono quotidianamente da tutte le parti". Condividi se sei d'accordo!
SCATENATO - Di Battista sputa la verità in faccia al deputato del Pd! Guardate cosa ha fatto..
"Guardateci, non abbiamo tradito nessuna promessa. A distanza di due anni siamo sempre gli stessi, cittadini tra cittadini. Senza scorta, senza barriere, addirittura senza amplificazione. Si vede proprio che rifiutiamo il finanziamento pubblico ai partiti!
Parlamentari che in piazza raccontano il lavoro che hanno fatto, spiegano le proposte di legge, informano su quel che succede in aula.
Credo che questa sia l'immagine di un paese normale. Nessun poliziotto (anche le forze dell'ordine sanno che quando scende in piazza il M5S evidentemente i ladri sono altrove) che deve difendere un parlamentare. Cittadini che fanno domande, richieste e suggeriscono quali sono le problematiche da affrontare per prime. Sono fiero di far parte del MoVimento e dopo giornate come queste mi sento orgoglioso di essere italiano. A riveder le stelle!"
mercoledì 24 gennaio 2018
"Fedeli vaff..vai a laurearti". La ministra va all'università e per lei finisce in disgrazia
Studenti scatenati all'Università Bicocca di Milano, dove il ministro dell'Istruzione, Valeria Fedeli, inaugurava l'anno accademico. Alcuni ragazzi hanno cercato di fare irruzione nell'aula dove parlava la ministra e successivamente, per evitare guai, sono stati fatti entrare e a uno di loro è stata data la parola.
Durissimo l'attacco alla ministra senza laurea: "Siamo studenti, che il ministero ha deciso di sfruttare con l’alternanza scuola-lavoro. L’alternanza è l’utilizzo di manodopera gratis all'interno delle aziende e non si può dire che questo è colpa delle singole scuole perché se il ministero non riesce a creare barriere di tutelaallora il ministero dell’Istruzione ha fallito. Se alternanza scuola lavoro deve essere percorso formativo perché ci mandate in aziende non idonee?".
Nel mirino dei contestatori anche i cosiddetti licei brevi: "Questa deriva porterà la scuola a un modello nozionistico che non sviluppa l’aspetto fondamentale: la capacità di analizzare criticamente il presente". A prendere parte alla protesta il collettivo Ccs, Rete Studenti e Casc. "A lavorare gratis non ci stiamo - hanno scandito al megafono - non vogliamo sfruttamento ma formazione. Chiediamo che il ministro Fedeli esca dall'università".
La situazione ha rischiato di degenerare, tra urla e pugni sulle porte anti-panicod'ingresso. Un ragazzo che ha fatto irruzione in aula è stato portato vaia di forza. Dunque una giovane, che ha iniziato ad insultare la Fedeli quando è entrata nell'aula: "Vai a laurearti. Un bel vaffanculo alla ministra Fedeli. Finisca il liceo lei anziché non farlo finire a noi". Infine, anche uno striscione con la scritta: "Marcio come i vostri accordi". L'accoglienza alla Fedeli è servita.
Fonte: http://tv.liberoquotidiano.it/video/italia/13282555/valeria-fedeli-universita-bicocca-milano-contestazione-studenti-vaffanculo-vai-a-laurearti.html
CLAMOROSO! C'è questo video che scagiona la Raggi dall'accusa infamante dell'emergenza rifiuti. Diffondetelo tutti..
Siamo scesi a Roma per guardare ciò che accade realmente su quella che è stata chiamata impropriamente emergenza rifiuti, perchè impropriamente? Lo spiega Raniero Maggini, responsabile WWF di Roma: " Quella di Roma non è un'emergenza perché non è qualcosa che accade all'improvviso inaspettatamente. Il fatto che con Natale si sarebbe creata questa situazione si sapeva. Ciclicamente il problema si ripropone. Dunque è un'amara quotidianità. Non ha nulla di emergenziale. Sicuramente, è un dato oggettivo, la situazione odierna è dovuta a decenni di irresponsabilità. Bisogna ricordare che per un decennio la Regione è stata commissariata, a partire dal 2000. Un commissariamento che ha largamente deresponsabilizzato la politica. Diciamo questo perché se negli anni si fossero prese una serie di scelte oggi non parleremmo di emergenze."
Fonte: vita.it
Ermanno Torri
APPELLO IMPROVVISO DI DI BATTISTA. POCO FA DAVANTI A TANTISSIME PERSONE:"ANDA..
Quando lavoravo in Congo e in Guatemala nella cooperazione internazionale sapevo benissimo che alcune ONG si comportavano bene e altre decisamente meno. Io lavoravo in AMKA Onlus e AMKA investiva la stragrande maggioranza delle sue risorse in progetti di sviluppo: microcredito, lotta all'HIV, formazione scolastica etc. Io vivevo nelle comunità rurali tuttavia non tutti i "cooperanti" delle altre organizzazioni si comportavano allo stesso modo. Vedevo professionisti dello "sviluppo della cooperazione" più che della cooperazione allo sviluppo fare la bella vita, ignorare del tutto esigenze ed usi e costumi locali impossibili da comprendere dai loro uffici lussuosi o dai loro resort a 5 stelle. Questo per dirvi che nessuno di noi, in relazione alle ONG che si occupano di migranti, intende generalizzare. Vogliamo solo chiarezza e per questo dovremmo essere considerati razzisti? Ma fatemi capire, se chiediamo chiarezza su alcune ONG che, a detta del Procuratore di Catania, avrebbero avuto contatti diretti con quei criminali degli scafisti dovremmo essere associati a quei politici di destra i quali non perdono occasione di definirci “neo-comunisti” perché vogliamo destinare più fondi alla cooperazione (quella buona) o perché crediamo nell'equità sociale e per questo lottiamo per il reddito di cittadinanza? Al contrario ci definiscono neo-fascisti politici del PD, quello stesso PD stra-finanziato da Buzzi che, parole sue, "con gli immigrati ci faceva più soldi che con la droga". Ci accusano tutti insomma, Berlusconi dice che siamo di sinistra e il PD ci accusa di xenofobia. Perchè tutto questo accanimento? Ma ci pensate che se avessimo la maggioranza gli dimezzeremmo immediatamente tutti gli stipendi, gli cancelleremmo in 48 ore quei vergognosi vitalizi e gli chiederemmo indietro quelle centinaia di milioni di euro che si sono intascati come dei ladri. Sì, ladri. Perché il Popolo italiano votò contro il finanziamento pubblico ai partiti eppure i partiti si sono intascati quasi 3 miliardi di euro negli ultimi 20 anni. E noi dovremmo prendere lezioni, o, secondo qualcuno, fare accordi con questi soggetti? Ma secondo voi io sono entrato in Parlamento per fare compromessi con questo sistema marcio o per accordarmi (per loro accordo non significa trovare una quadra su una legge ma spartirsi il potere) con questi personaggi che considerano la Politica non una passione ma un modo di esercitare il potere? Sappiate che il politico è l'unico "mestiere" che inizi a far peggio proprio quando diventi professionista. Vi abbraccio, anche questo fine settimana sarò in piazza. Ce la sto mettendo tutta, venite con me e portate gli scettici. A riveder le stelle!
VERGOGNA SENZA PRECEDENTI - Nessuno era mai arrivato a tanto! Guardate cosa ha fatto Napolitano..
Se qualcuno ancora pensava che Giorgio Napolitano fosse stato arbitro e garante imparziale della vita democratica del paese, la smentita - persino brutale nella sua chiarezza - arriva da una raffica di intercettazioni della Guardia di finanza.
La voce di Napolitano è nei file audio, le sue parole trascritte nei brogliacci. E questa volta non potranno venire distrutte o cancellate, come Napolitano pretese e ottenne quando a intercettarlo furono i pm palermitani dell'inchiesta sulla trattativa tra Stato e mafia.
Nessuna immunità, stavolta: uno scoop di Panorama rende di pubblico dominio quanto senza clamori era stato depositato agli atti di una inchiesta. E che inchiesta: l'indagine della Procura di Bergamo sui trucchi e le bugie che Giovanni Bazoli, il più importante banchiere italiano, presidente emerito di Banca Intesa, avrebbe messo in atto per indirizzare a suo piacimento la vita di Ubi Banca, il gruppo bancario nato dagli accordi tra finanza bresciana e bergamasca. Di queste manovre si è parlato ampiamente nel novembre scorso, quando i pm bergamaschi hanno comunicato a Bazoli e altri 38 indagati la chiusura delle indagini per ostacolo alla vigilanza della Banca d'Italia e illecita influenza sull'assemblea.
Ora Panorama scopre che Bazoli è stato intercettato a lungo dalla Guardia di finanza, e che quelle telefonate raccontano di una rete impressionante di rapporti politici e istituzionali gestiti dal grande banchiere cattolico: Bazoli parla con gli uomini di Enrico Letta e con quelli di Renzi, con direttori di giornali e con ministri, determina o ostacola a suo piacimento nomine e scelte cruciali del governo. In questo instancabile (a dispetto degli 84 anni suonati) attivismo, Bazoli ha un punto di riferimento costante: Giorgio Napolitano.
L'intercettazione Bazoli-Napolitano depositata agli atti porta la data del 19 marzo 2015, quando l'ex leader della destra Pci ha lasciato il Quirinale da poco più di un mese. Ma il rapporto tra i due, tra il vecchio comunista e il banchiere cattolico, è di ben più antica data. Secondo quanto risulta al Giornale, telefonate tra Bazoli e Napolitano sono state intercettate anche mentre il secondo era Presidente della Repubblica, ma non sono state registrate in ossequio alle prerogative della massima carica dello Stato. Poi il 3 febbraio Sergio Mattarella entra al Quirinale, e da quel momento le chiacchiere di Napolitano non sono più inviolabili.
Ed ecco, il brogliaccio delle «fiamme gialle», che racconta come Napolitano si adoperi per creare un asse anche tra Bazoli e il suo successore, Mattarella. «Napolitano specifica di avere fatto riferimento (parlando con Mattarella) anche al dialogo di questi anni tra loro, e prima ancora con Ciampi. Napolitano dice che questi (Mattarella) ha apprezzato, ed ha detto che considera naturale avviare uno stesso tipo di rapporto, schietto, informativo e di consiglio. Bazoli dice che lo cercherà per canali ufficiali nei prossimi giorni, Napolitano dice speriamo bene anche perché ha sentito fare un nome folle, ovvero di quel signore che si occupa o meglio è il factotum della 7». È un chiaro riferimento a Urbano Cairo, che punta in quei giorni a conquistare il Corriere della Sera, di cui la banca di Bazoli è azionista: la scalata riuscirà, nonostante l'opposizione di Napolitano, ma intanto Bazoli ha ottenuto che Napolitano gli aprisse un canale anche con il suo successore: il 27 marzo Bazoli, che in quel momento è già indagato, viene accolto da Mattarella al Quirinale con tutti gli onori.
Fonte: http://www.ilgiornale.it/news/politica/trame-re-giorgio-intercettato-telefono-col-banchiere-1358547.html
La pidocchia PD da 20 mila euro prende una multa?Ecco cosa fa per farsela pagare. In una nazione civile sarebbe cacciata.
Caro, mi fai rimborsare la multa? Ecco la Bragantini, renziana doc
“Caro, ho preso questa multa. Vorrai mica che la paghi io? Mettila tu nelle spese del gruppo alla Regione Piemonte e me la fai rimborsare”. E così il compagno dell’epoca, Andrea Stara, consigliere della Regione Piemonte del gruppo Insieme per Bresso, fece rimborsare con un trucco la multa a Paola Bragantini, attuale deputata del Pd e renziana di complemento visto che faceva parte della corrente di Dario Franceschini. L’episodio è venuto fuori in tribunale a Torino questa settimana, durante un’udienza del processo sulla rimborsopoli della Regione Piemonte. La Bragantini non risulta indagata per questo falso rimborso.Da quindici giorni circa però la parlamentare del Pd è indagata per truffa in un altro procedimento piemontese. La procura ha infatti scoperto che da presidente della V Circoscrizione di Torino (incarico ricoperto fino al 2013, quando divenne imputata) la Bragantini insieme ad altri del Pd si segnavano presenti a riunioni di giunta o di consiglio anche quando erano a centinaia o migliaia di km di distanza (alcuni addirittura in viaggio a Cuba). I verbali risultavano quindi falsificati, talvolta per prendere gettoni di presenza aggiuntivi, in altri casi per evitare decurtazioni dal fisso mensile. Ma la Bragantini naturalmente può fare quello che vuole nel Pd di Matteo Renzi inflessibile con tutti gli altri, ma tenerissimo on i suoi cari
“Caro, ho preso questa multa. Vorrai mica che la paghi io? Mettila tu nelle spese del gruppo alla Regione Piemonte e me la fai rimborsare”. E così il compagno dell’epoca, Andrea Stara, consigliere della Regione Piemonte del gruppo Insieme per Bresso, fece rimborsare con un trucco la multa a Paola Bragantini, attuale deputata del Pd e renziana di complemento visto che faceva parte della corrente di Dario Franceschini. L’episodio è venuto fuori in tribunale a Torino questa settimana, durante un’udienza del processo sulla rimborsopoli della Regione Piemonte. La Bragantini non risulta indagata per questo falso rimborso.Da quindici giorni circa però la parlamentare del Pd è indagata per truffa in un altro procedimento piemontese. La procura ha infatti scoperto che da presidente della V Circoscrizione di Torino (incarico ricoperto fino al 2013, quando divenne imputata) la Bragantini insieme ad altri del Pd si segnavano presenti a riunioni di giunta o di consiglio anche quando erano a centinaia o migliaia di km di distanza (alcuni addirittura in viaggio a Cuba). I verbali risultavano quindi falsificati, talvolta per prendere gettoni di presenza aggiuntivi, in altri casi per evitare decurtazioni dal fisso mensile. Ma la Bragantini naturalmente può fare quello che vuole nel Pd di Matteo Renzi inflessibile con tutti gli altri, ma tenerissimo on i suoi cari
Di Maio boom! Ospite da Belpietro ha fatto tremare i politici così:"Faremo tremare i..."
Con il nostro programma di governo vogliamo far tornare l’Italia ai primi posti di classifiche come quella contenuta nel rapporto “U.S. News & World Report Best Countries" presentato al World Economic Forum.
Quando parliamo di qualità della vita in ballo ci sono cose concrete: quanto tempo ci vuole per fare un esame medico o per richiedere un certificato, la possibilità di trovare un lavoro, la qualità dell’aria che respiriamo e del nostro livello di istruzione, la sicurezza sul lavoro.
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