martedì 7 novembre 2017

"Luigi Di Maio, snobbando Renzi, ha commesso il delitto perfetto". L'ammissione grandiosa del giornalista

Diciamolo francamente: Luigi Di Maio non è simpatico a tutti.Non è quel che si dice un modello politico. Tra i difetti che gli vengono attribuiti, la troppo giovane età, la scarsa preparazione culturale, l’uso spericolato dei congiuntivi.
Eppoi, non ha l’acume di Nicola Morra o di Roberto Fico, non l’irruenza garibaldina e trascinante di Alessandro Di Battista e neanche la veracità popolare della Roberta Lombardi e della Taverna o la capacità dialettica di Danilo Toninelli, né la freddezza di Riccardo Fraccaro o la simpatia, un po’ cialtrona, di Carlo Sibilia.
Eppure Di Maio, nella vicenda del confronto tv con Matteo Renziha giganteggiato politicamentente, ottendendo due grandi risultati: primo, è riuscito in un batter d’occhio a far passare la sconfitta in Sicilia come un importante passo avanti verso Palazzo Chigi e, nello stesso tempo – secondo risultato – adelegittimare il segretario del Pd nel suo stesso derelitto partito, sfruttando quella che possiamo chiamare la sindrome della frustrazione.

Proponendo il confronto pubblico e poi ritirandosene, Di Maio ha messo in dubbio la stessa esistenza politica di Renzi. Questi, del resto, si era già autodissolto già da tempo, con la sua solenne promessa di ritiro a vita privata dopo la disfatta referendaria del 4 dicembre.
Nelle antiche religioni sumera, egiziana e anche romana il dio creava le cose pronunciando il nome della cosa creata: senza il nome della cosa non esiste alcuna cosa, è il nome a conferirle realtà. Ecco cosa ha fatto Dio-Maio.
Volendolo portare su un terreno più puerile ma più immediato per tutti, la mossa di Luigi Di Maio mi ha fatto pensare a un crudele confronto tra bambini, in cui uno promette all’altro che domani giocheranno a pallone, ma al momento di giocare, non solo non gioca, ma gli buca pure il pallone. Aggiungere frustrazione a frustrazione, per i risultati elettorali prima e poi per non avere neanche la possibilità di riscattarsi della solenne batosta ricevuta con le chiacchiere, è quanto di peggio potesse capitare ad uno come Renzi.
Lo immagino da giorni alle prese con gli argomenti con i quali schiaffeggiare il tenero ‘Giggino’, lo immagino nelle prove con i collaboratori e perfino a parlare da solo davanti allo specchio, a fare le facce. Per questo, negargli il confronto in tv, negargli la stessa esistenza in quanto avversario è la mazzata più disastrosa che Di Maio potesse assestare al futuro ex segretario del Pd.
Un colpo psicologico, prima di tutto, che potrebbe perfino ripagare Enrico Letta del celeberrimo ‘stai sereno’, svelando anche una lucida perfetta perfidia alla House of Cards che Renzi stesso non avrebbe mai pensato di trovare in Di Maio.
Forse molti adesso ci penseranno due volte prima di continuare a chiamarlo ‘Giggino’.

Fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/11/07/luigi-di-maio-snobbando-renzi-ha-commesso-il-delitto-perfetto/3964066/

9 commenti:

  1. Io sono stato tra quelli che lo invitavano a cambiare idea accettando il confronto nell'ottica di assestargli l'ultimo colpo di grazia davanti a un pubblico molto più vasto delle piazze di paese: in un paio d'ore, milioni di telespettatori avrebbero visto da un lato il re nudo disarcionato da un cavallo già azzoppato, e dall'altro un cavaliere nero che (finalmente) si toglie la maschera cucitagli addosso dal regime. Francamente lo "scacco al re" con un anticipo di 40 mosse alla Kasparov non lo avevo previsto e credo che possa avere una sua logica politica. Ma, nell'immaginario collettivo, per l'impiegato o l'operaio comune, la massaia come per un professionista disilluso, per il pensionato del tressette o del bingo, il "duello" sarebbe stato un'occasione (persa) per parlare alla gente, a quanta più gente possibile, forse a 10 milioni di telespettatori o forse più, i quali avrebbero potuto assistere al gladiatore vincitore che si rivolge al suo pubblico chiedendo "pollice su o pollice verso"....E tutti gli avrebbero risposto: POLLICE VERSO!

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  2. Il Suo rifiuto è riconducibile ad una astuzia politica... se avesse accettato il confronto, Di Maio, avrebbe dato un'ampia visibilità a colui che merita soltanto un sonoro vaffa... l'arroganza e la mancanza di rispetto del Sig. Renzi nei riguardi dell'opposizione e del popolo stesso,si rivolta contro di lui...era solo questione di tempo !!!

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  3. Un sistema elettorale che premia un piccolo partito facendolo governare è un'obbrobrio: ci vuole il doppio turno.

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  4. A me non torna la notte che ha impedito la "partecipazione" anche qui del popolo alla passione politica....
    oggi cercano tutti il confronto quasi come uno scontro fisico mentre dovrebbero cercare chi sono veramente attraverso un'avversario per loro senza volto dove non mettano la loro faccia: la loro immagine da opera politica e umana....cifre da capogiro nell'astensione di un popolo non picchiatore, bullo, stravagante vagabondo, scioperato, arrogante, saccente e politico delinquente.

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  5. Di Maio ha fatto bene. Renzi non merita l'onore di confrontarsi con lui, politicamente non esiste più e quindi sarebbe stato tempo perso. Non si danno perle ai p...i.

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  6. Ha fatto benissimo, Renzi ormai non è un interlocutore.

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  7. Trovo che abbia sbagliato a ritirarsi dal confronto. Una persona che ti invita e poi si ritrae dà molto L’impressione di aver paura dell’avversario. Se si cominciano i voli pindarici nessuno avrà mai torto e tutti avranno ragione. Vecchia politica usata a proprio comodo,nonostante voti m5stars trovo che abbia fatto la figura del coniglio.

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