Andiamo con ordine. Alessandro Di Battista non si candiderà per tornare in Parlamento. Prima considerazione: non è una novità, lo aveva già detto addirittura nel 2014.
Ma, naturalmente, chi fa quello che dice desta sempre scalpore nel nostro Paese (ciao Matteo). Nessuno aveva preso sul serio Di Battista. Nella politica italiana la rinuncia alla poltrona è una bestemmia in chiesa, un atto contro natura.
E allora sono partite immediatamente le dietrologie: qualcosa sotto dev’esserci. Dibba sta facendo il furbo.
La profezia più gettonata è quella della staffetta con Luigi Di Maio: Di Battista sta a guardare e aspetta il suo turno per diventare Premier. così non si brucia la sua seconda e ultima candidatura all’ombra di Di Maio. Tanto, col Rosatellum, M5S non ce la fa a governare a questo giro, mentre il prossimo potrebbe essere quello buono. O magari, perché no, Di Battista potrebbe fare il sindaco di Roma.
Già, questa sceneggiatura regge proprio bene.
A chi ha pensato qualcosa del genere, bisognerebbe ricordare che cinque anni in politica sono un tempo davvero lungo. Tanto è vero che Di Battista, cinque anni fa, era politicamente un signor nessuno. E fra cinque anni potrebbe benissimo tornare ad esserlo, perché succedono tante cose in cinque anni.
M5S potrebbe cambiare la regola dei due mandati e Di Maio, dopo altri cinque anni di leadership, potrebbe essere inamovibile. Il prossimo candidato Premier del M5S potrebbe essere un personaggio che ancora non conosciamo, che emergerà fra le new entry pentastellate in Parlamento.
Insomma, farsi da parte per cinque anni per un politico non è mai una mossa furba.
Ma vuoi vedere che i veri motivi per cui Di Battista ha deciso di prendersi una lunga pausa, quelli che nessuno ha capito, sono proprio i motivi che lui stesso ha detto apertamente?
Forse si è reso conto che, dedicando altri cinque anni esclusivamente al M5S, non avrebbe avuto tempo per suo figlio, per le sue passioni, per i suoi viaggi e per i suoi libri?
Sì, perché fare il front-man in politica non è mica come fare il parlamentare assenteista che si limita a schiacciare bottoni come dice il capogruppo, per poi intascare l’indennità a fine mese.
L’impegno richiesto è totale, non esistono giorni liberi, ogni parola che dici (spesso anche quelle che non dici) può essere usata contro di te: alla lunga, per chi non ha solo la politica nella sua vita e nei suoi pensieri, può essere devastante.
Agli esperti di dietrologie, come spesso accade, la verità è passata sotto il naso e gli è sfuggita, era troppo semplice: per certe persone possono esserci cose più importanti di una poltrona in Parlamento.
Anche perché, se non l’avete notato, un posto alla Camera o al Senato non è di certo indispensabile per fare politica.
Salvini non è in Parlamento, Berlusconi non c’è più da tempo, Grillo non c’è mai stato. La politica si fa nelle piazze, nei social, (purtroppo) nei salotti televisivi: il Parlamento da anni è ridotto a polveroso ufficio di passacarte, a reparto di ratifica dei decreti legge imposti dal governo.
Soltanto chi non ha altri modi di vivere, e per vivere, può sentire la mancanza di un posto del genere.
Di Battista non fa il furbo, rischia di sparire politicamente e accetta il rischio per godersi altre cose (pur lasciando la porta aperta al M5S), perché nella vita – pensate un po’ – c’è anche altro.
Fonte: http://www.newspedia.it/di-battista-non-si-ricandida-ecco-veri-motivi-che-nessuno-ha-capito/
Solo persone oneste e di sani principi hanno la consapevolezza di tali scelte. Bravo Dibba stai dando lezioni di sincerità e onestà a tutti gli italiani ma soprattutto a quei marpioni di politicanti che, nelle loro vita, si sono fusi col la poltrona in cui siedono in Parlamento e fanno di tutto per non lasciarla. Si mettessero l'animo in pace che fra poco dovranno andarsene.
RispondiElimina...Ho espresso il mio pensiero in precedenti commenti sulla scelta di Di Battista con una certa amarezza e delusione...ma devo ammettere che è un giovane di grande talento...uno spirito e una onestà non comune...un esempio politico e umano che fà onore e di cui il nostro Paese ha un immenso bisogno...W il M5S!
RispondiEliminaTutti pecoroni non possono capire la maggior parte delle persone sono peggio di asini con i paraocchi attaccati alle poltrone ed ai vitalizi sempre li sulla breccia per lettera il prossimo. Questi non capiranno mai per forma mentis deviata perché vivono come pecore in un gregge e non hanno altri interessi che rubare e poi ancora rubare fino alla morte, non amano la vita ne i propri figli e sono sanno che nascono nudi su questa terra e ripartono senza un centesimo
RispondiEliminaSecondo me, lui ha scelto di rimanere fuori dai palazzi perchè lui è un gladiatore e preferisce le strade, le piazze colme di gente che ascolta le sue parole, le sue verità che poi è la sua arena. Il M5S ha molto più bisogno di lui in questo ruolo che Dibba, sa gestire benissimo perchè dotato di una invidiabile conoscenza della politica vera, ha una dialettica chiara e sincera facilmente comprensibile dai cittadini di tutti i ceti sociali, quindi ha rinunciato a candidarsi perchè il suo scopo non è la poltrona, ma i problemi degli Italiani, della gente e restando tra la gente che lo ascolta e ha fiducia in lui, sicuramente questo porterà dei cambiamenti nei palazzi!!
RispondiEliminaGrande DIBA, una vera lezione di coerenza verso i cittadini.
RispondiEliminaDovrebbero invece vergognarsi i vari Casini, la Bindi, Andreotti, Napolitano,la lista sarebbe lunga chilometri, non dobbiamo dimenticare Berlusconi in campo dal 1992, solo per salvare i sui interessi.
Rileggiamo le lettere di Aldo Moro e osserviano chi oggi esce dall'ombra del potere per fare due conti con la serva e i servi di quello "Forte" senza Cristi e ne' Madonne...
RispondiEliminaGrande Dibba lui è del popolo per il popolo non per la poltrona.
RispondiEliminaBravo Dibba stai dando un esempio a tutti i parassiti poltronati. Saluta Matteuccio magari prova a seguirti