Il mittente è il somministratore, ovvero la società (anche chiamate agenzie interinali) che cerca i lavoratori per conto dell’utilizzatore, Fca. Tecnicamente, quindi, non si può parlare di licenziamento, trattandosi di lavoro somministrato, ma la sostanza è la stessa a fronte delle promesse fatte e poi non mantenute. E lo stesso Renzi, in tour a Ciociaria con il trenino democratico “Destinazione Italia” solo una settimana fa è dovuto tornare sull’argomento assicurando che “ci faremo sentire” ma sottolineando al tempo stesso che prima “lì c’era un’azienda in cassa integrazione a zero ore”.
La ragione per cui non sono stati rinnovati i contratti, ha detto Fca ai sindacati, è il calo di esportazioni delle auto verso la Cina. A Cassino, infatti, si producono l’Alfa Stelvio e l’Alfa Giulia, due tipi d’automobile che guardano soprattutto al mercato estero, in particolare a quello americano e orientale. Si tratta di veicoli di fascia alta, un Suv (segmento C) il primo, una berlina (segmento D) la seconda. E le loro dirette concorrenti sui mercati sono ostiche a dir poco: lo Stelvio compete con l’Audi Q5, la Porsche Macan, il Bmw X3. La Giulia invece deve fare i conti con l’Audi A4, la Mercedes Classe C e la Jaguar XE.
Il mercato dell’auto è tornato a crescere e proprio l’Alfa Romeo aveva fatto un balzo nelle vendite il mese scorso, con Giulia e Stelvio che hanno registrato +20,3% a ottobre e del 34,4% da inizio anno. Nei primi nove mesi del 2017, ha comunicato la Fim Cisl, le produzioni di Giulia e Stelvio con 100.985 hanno raddoppiato i livelli del 2016 (51.425). Risultati positivi, ma non abbastanza a quanto pare. Il target di vendite per Cassino doveva essere almeno il doppio, circa 200mila auto, sostengono i sindacati.
Di qui il “licenziamento” dei 530 dipendenti interinali. “Qua la sensazione è che anche i 300 che sono rimasti a Cassino a dicembre verranno lasciati a casa, salvo particolari cambiamenti”, dice senza farsi grandi illusioni Claudio Panfili, segretario della Nidil Cgil. Nidil sta per Nuove Identità di Lavoro, i lavoratori atipici. Coloro che possono essere lasciati a casa con un sms sul cellulare. “E non erano neanche tenuti a inviare un messaggino perché la legge non prevede la comunicazione obbligatoria”, conclude Panfili.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.