martedì 21 novembre 2017

Terremoto in Sicilia. Indagato nuovo deputato dell'Ars con Musumeci. Il motivo è vergognoso..

PALERMO – Il neo-deputato di Forza Italia all’Ars Roberto Savona sarebbe indagato per truffa e appropriazione indebita. A rivelarlo è il Giornale di Sicilia in edicola stamattina, in un pezzo a firma di Riccardo Arena, secondo cui l’onorevole sarebbe indagato insieme alla moglie Cristina Maria Bertazzo, “protagonista di una serie di compravendite che chi indaga ritiene fittizie, simulate, fatte all’unico scopo di farsi consegnare, da investitori facoltosi, somme di denaro in contanti”.
Secondo il quotidiano di Palermo, i proventi di questa attività supererebbero mezzo milione di euro. “Soldi – prosegue l’articolo – che non sarebbero tornati più ai legittimi titolari o sarebbero rientrati solo in parte. L’indagine – che Savona, prima delle elezioni, aveva smentito, parlando di bufala, è stata coordinata dal PM Francesca Dessì e ora è passata al sostituto procuratore Vincenzo Amico”. 
Una ventina in totale le “vittime” del raggiro. Secondo i magistrati, Savona sarebbe stato consapevole e avrebbe avvallato il comportamento della moglie, “garantendo la sicurezza dell’investimento”. A riprova di ciò, secondo le denunce, la consegna del denaro sarebbe avvenuta quasi sempre nella segreteria politica del deputato regionale. 
Sempre uguali i meccanismi della truffa: “La donna avrebbe dovuto comprare un appartamento messo all’asta o frutto di fallimenti, a prezzi più che convenienti. Un ottimo affare, ma solo sulla carta”. La Bertazzo, per dare credibilità all’investimento, non avrebbe esitato a sfruttare il nome del coniuge. Come quando, di fronte a due investitori di Busacquino, frequentatori della segreteria politica del marito, avrebbe spiegato di poter ottenere due appartamenti di pregio “per le sue conoscenze” e perché l’onorevole Savona “sarebbe stato alle spalle di tutto”. Assicurazioni che avrebbero convinto la coppia, padre e figlia, a versare 76.000 euro in assegni.
Savona rieletto all’ARS con 6554 alle Regionali del 5 novembre, era rientrato in Forza Italia dopo le esperienze nell’Udc e in Alleanza per la Sicilia. In carica dal 2001, l’ultima volta era stato eletto all’ARS nel 2012 nella fila di Grande Sud di Gianfranco Micciché. Il deputato regionale risultava citato nell’informativa della DIA di Trapani che portò al sequestro di un miliardo e mezzo di euro a Vito Nicastri, imprenditore “re dell’eolico” ritenuto prestanome del capo di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro. Rapporti di affari, quelli tra Savona e Nicastri, che la DIA descriveva come “evidenti”.
Per averli ricordati, l’allora presidente della Regione Rosario Crocetta era stato querelato dal deputato. I giudici avevano respinto l’accusa condannando Savona al pagamento delle spese legali.

Fonte: http://www.tribupress.it/ars-indagato-savona/



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