Da investigatore a insegnante. È questo il premio che è toccato all'ormai ex comandante del Raggruppamento Operativo Speciale (Ros) di Firenze, colonnello Domenico Strada, che dallo scorso mese di agosto, a soli tre anni dalla pensione, è stato destinato alla scuola marescialli e brigadieri dell’Arma con l’incarico di insegnare alle nuove leve della Benemerita le tecniche investigative. I successi nella lotta in prima linea contro criminalità organizzate nella Palermo degli anni '90 e poi quelli conseguiti alla guida del Ros di Firenze contro i colletti bianchi della cricca delle Grandi Opere, del G8, della Tav e dell’inchiesta “Sistema” sugli appalti che ruotavano attorno all’ex sovrintendente alle infrastrutture Ettore Incalza non sono serviti a fargli concludere, magari con un incarico operativo di prestigio, la sua carriera di investigatore più apprezzato ed esposto d'Italia come, invece, avrebbe meritato.
Così il colonnello Domenico Strada, dopo i 14 anni passati al comando del Ros del capoluogo toscano lo scorso agosto ha lasciato l’attività operativa per dedicarsi all’insegnamento proprio in quella scuola marescialli di Firenze che per anni è stata al centro delle sue indagini e dei successivi processi che ne sono scaturiti e hanno visto sul banco degli imputati, poi condannati, noti personaggi politici come Denis Verdini (ALA) ed ex alti dirigenti ministeriali come Angelo Balducci e Fabio De Santis.
Secondo quanto riportava ieri il quotidiano indipendente diretto da Maurizio Belpietro, in un articolo firmato da Giacomo Amadori, quello riservato al colonnello Strada sarebbe “Uno scherzo del destino che per molti ha il sapore del contrappasso. Ma che sopratutto assomiglia a una punizione”. “In molti – prosegue l’articolo – indicano in Verdini il mandante di questo brutto tiro”. Per capire meglio il perché, nell’articolo di Amadori, il senatore di Ala venga indicato come il “mandante” del “brutto tiro” riservato all’ormai ex comandante del Ros di Firenze, occorre fare un passo indietro e tornare allo scorso 10 febbraio quando la Corte di Cassazione confermò le condanne per corruzione aggravata nella vicenda della “Scuola Marescialli” dei Carabinieri dei due ex alti dirigenti ministeriali Angelo Balducci e Fabio De Santis e dei costruttori Riccardo Fusi (Btp) e Francesco Maria De Vito Piscicelli.
L’inchiesta, che era solo uno dei capitoli della maxi indagine sulla cricca delle Grandi Opere, fu avviata e sviluppata dai sostituti procuratori di Firenze Giuseppina Mione, Giulio Monferini e Luca Turco e dal Ros Carabinieri che fino allo scorso mese di agosto era guidato proprio dal colonnello Strada. Secondo le accuse, confermate dalle condanne nei processi di primo grado e di appello, l’ex presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici Angelo Balducci e il suo braccio destro Fabio De Santis, che nel 2008 era stato nominato provveditore alle opere pubbliche di Firenze dal ministro Altero Matteoli, misero le loro funzioni pubbliche al servizio degli interessi dell’imprenditore Riccardo Fusi, con l’intermediazione interessata di Piscicelli.
Una costola di quel processo, che vedeva il senatore di Ala imputato per corruzione nella vicenda dell'appalto per la Scuola Marescialli di Firenze, venne stralciata e arrivò per competenza a Roma dove ha poi trovato la sua prima conclusione il 17 marzo scorso con la sentenza di condanna a 2 anni di reclusione per Denis Verdini. I giudici della VII sezione penale di Roma nelle motivazioni scrivono, nero su bianco, «Le prove acquisite depongono per la piena conoscenza» del senatore Denis Verdini «dell’intera vicenda della Scuola dei Marescialli e della natura corruttiva dei rapporti intercorsi tra gli imprenditori Riccardo Fusi e Francesco De Vito Piscicelli da un lato e il presidente del consiglio nazionali lavori pubblici Angelo Balducci e Fabio De Santis, provveditore interregionale delle opere pubbliche per la Toscana, dall’altra».
In quella sentenza il nome del colonnello Strada “è citato ben quattro volte per il suo fondamentale ruolo di “teste operante””, scrive sempre Amadori. La scuola dei marescialli e dei brigadieri dei carabinieri dove adesso insegna il colonnello Strada era nata per accorpare le reclute dislocate nella sede della caserma Mameli di piazza della Stazione a Firenze e quelle di un'altra caserma, la Baldissera che si trova sul Lungarno. La scuola che è stata inaugurata nel 2007 è costata ai contribuenti circa 450 milioni a fronte dei 270 inizialmente previsti. “Oggi, - conclude l’articolo di Amadori – al tempo del giovane premier, può succedere quello che in altri periodi sarebbe stato impensabile. Persino di far fare penitenza, nel silenzio generale, ad un investigatore scomodo.”.
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