venerdì 26 ottobre 2018

Lorenzin, il delirio su Desiree “Se Salvini non avesse perso un mese per la Diciotti, non sarebbe morta”

Cosa dice l’ex di Forza Italia e, grazie all’ex Ministro dell’Interno Angelino Alfano, presenza stabile nei Governi Letta, Renzi e Gentiloni? Parla di nuove droghe, emergenza giovani, rischi sanitari nei palazzi dormitorio?
No, riesce a polemizzare con il Ministro Salvini unendo, con un filo logico che vede solo lei e pochi altri, il caso delle povera ragazza morta a Roma e la vicenda della Nave Diciotti. Una storia, quest’ultima, che la Sinistra farebbe meglio a frequentare meno se, come sembra, la “catastrofe sanitaria” è stata una farsa, con i migranti “in gravissime condizioni” scomparsi dai luoghi d’accoglienza già pochi giorni dopo esservi arrivati, così come le “epidemie” che il Procuratore di Agrigento ritenne di ravvisare a bordo nave. Ed ecco cosa dice Beatrice:
Il Paese è stato inchiodato per un mese sul caso della Diciotti, mentre spacciatori e criminali sono stati sempre lì. La drammatica storia di Desirée è una barbarica vicenda di violenza emarginazione e di droga. Non si può morire così a 16 anni!
L’ex Ministro rimuove completamente una delle concause che hanno portato alla morte della ragazza: la presenza di spacciatori, migranti irregolari, dediti ad una vita di marginalità e crimine. Negare che non ci sia un nesso tra questo evento e le politiche migratorie, lo sbarco di irregolari senza nessuna altra prospettiva che non quella di essere integrati solo nel sottobosco delle criminalità è stupido e folle. Non siamo molto distanti dalle contestazioni contro il Ministro ieri a San Lorenzo: una deriva di argomentazioni infantili e indispettite, quella della Sinistra di nome o di fatto, con ragionamenti arrivati ormai al punto di negare la dinamica causa – effetto.
Intanto a parlare di Desirée Mariottini è proprio la madre Benedetta, che dice di non avere dubbi: «Mia figlia non faceva uso di droghe». Un’illusione? Possibile  «Un paio di settimane fa due ragazze – spiegano la la madre di Desiréè – sono state fermate a Latina dai carabinieri perché trovate in possesso di due pasticche di “Rivotril”, uno psicofarmaco. I militari – racconta la mamma – hanno chiesto loro da chi le avessero preso e loro hanno fatto il nome di Desirée. Era lì anche lei, alle autolinee di Latina, è stata perquisita, non aveva nulla, né addosso, né nello zaino, né pasticche, né soldi».

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