Cosa dice l’ex di Forza Italia e, grazie all’ex Ministro dell’Interno Angelino Alfano, presenza stabile nei Governi Letta, Renzi e Gentiloni? Parla di nuove droghe, emergenza giovani, rischi sanitari nei palazzi dormitorio?
No, riesce a polemizzare con il Ministro Salvini unendo, con un filo logico che vede solo lei e pochi altri, il caso delle povera ragazza morta a Roma e la vicenda della Nave Diciotti. Una storia, quest’ultima, che la Sinistra farebbe meglio a frequentare meno se, come sembra, la “catastrofe sanitaria” è stata una farsa, con i migranti “in gravissime condizioni” scomparsi dai luoghi d’accoglienza già pochi giorni dopo esservi arrivati, così come le “epidemie” che il Procuratore di Agrigento ritenne di ravvisare a bordo nave. Ed ecco cosa dice Beatrice:
Il Paese è stato inchiodato per un mese sul caso della Diciotti, mentre spacciatori e criminali sono stati sempre lì. La drammatica storia di Desirée è una barbarica vicenda di violenza emarginazione e di droga. Non si può morire così a 16 anni!
L’ex Ministro rimuove completamente una delle concause che hanno portato alla morte della ragazza: la presenza di spacciatori, migranti irregolari, dediti ad una vita di marginalità e crimine. Negare che non ci sia un nesso tra questo evento e le politiche migratorie, lo sbarco di irregolari senza nessuna altra prospettiva che non quella di essere integrati solo nel sottobosco delle criminalità è stupido e folle. Non siamo molto distanti dalle contestazioni contro il Ministro ieri a San Lorenzo: una deriva di argomentazioni infantili e indispettite, quella della Sinistra di nome o di fatto, con ragionamenti arrivati ormai al punto di negare la dinamica causa – effetto.
Intanto a parlare di Desirée Mariottini è proprio la madre Benedetta, che dice di non avere dubbi: «Mia figlia non faceva uso di droghe». Un’illusione? Possibile «Un paio di settimane fa due ragazze – spiegano la la madre di Desiréè – sono state fermate a Latina dai carabinieri perché trovate in possesso di due pasticche di “Rivotril”, uno psicofarmaco. I militari – racconta la mamma – hanno chiesto loro da chi le avessero preso e loro hanno fatto il nome di Desirée. Era lì anche lei, alle autolinee di Latina, è stata perquisita, non aveva nulla, né addosso, né nello zaino, né pasticche, né soldi».
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