Il privilegio è stato abolito per gli ex deputati, ma gli ex senatori potranno ancora godere di un plafond di 2.200 euro l’anno per viaggi aerei e ferroviari.
Lo ha scoperto il senatore uscente Giuseppe Vacciano, come spiega Antonio Pitoni su lanotiziagiornale.it:
“Nella Repubblica del bicameralismo perfetto capita, a volte, che la mano destra non sappia, o finga di non sapere, cosa fa la sinistra. E se alla Camera, alla fine, sono riusciti a darci un taglio al Senato, invece, il privilegio è ancora duro a morire.
Così, mentre dal 2 dicembre 2015 gli ex onorevoli dovranno pagare di tasca propria voli e treni, per gli ex senatori, una volta cessati dal mandato, la cuccagna continua.
Lasciato lo scranno di Palazzo Madama, infatti, avranno diritto per dieci anni ad un plafond di 2.200 euro l’anno per viaggi aerei e ferroviari.
A scoprirlo suo malgrado è stato il senatore uscente Giuseppe Vacciano. Diventato celebre nell’ultima legislatura per i sei tentativi (cinque respinti, l’ultimo neppure discusso) di dimettersi dalla carica.
Eletto nel 2013 nelle liste del Movimento 5 Stelle e poi transitato nel gruppo misto, Vacciano sta per tornare un privato cittadino (formalmente il mandato scadrà il 23 marzo) e al suo lavoro in Bankitalia. Ma il Senato, al quale avrebbe volutodire addio già tre anni fa, continua ad inseguirlo.”
I senatori uscenti hanno ricevuto una lettera con cui è stata chiesta la restituzione della tessera parlamentare magnetica e di quella in pelle, ma nella stessa lettera si legge anche che “i senatori cessati dal mandato da non più di dieci anni hanno diritto al rimborso dei viaggi aerei e ferroviari effettuati sul territorio nazionale entro il limite complessivo annuo di euro 2.200” per effetto di una delibera del Consiglio di presidenza del 2009.
Per i nove mesi che mancano alla fine del 2018, si legge sempre nella lettera, “il plafond utilizzabile ammonta ad euro 1.833,30”.
L’ex senatore Vacciano, che era entrato in parlamento con i 5 Stelle e si era considerato “prigioniero politico” in quanto le sue dimissioni venivano sistematicamente respinte dal Senato, ha commentato: “Una cosa che non sapevo (e che potrebbe essere tranquillamente eliminata…)”
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