Un’Italia immiserita che non ha avuto attenzione. A Circo Massimo, su Radio Capital, Barbara Palombelli fa mea culpa: “Non ho visto un’attenzione da parte dei giornalisti, e anche mia, nell’andare a vedere cos’è il paese reale. La realtà si è immiserita anche grazie all’offerta di lavoro sottocosto da parte di immigrati che mandano le loro rimesse nei paesi dell’est europeo o in Africa. Lo facevano anche gli italiani in passato, certo, ma li assumevano i paesi ricchi come Svizzera, Belgio, Stati Uniti. Noi siamo un paese in crisi. E questo secondo me non è stato analizzato bene“.
La conduttrice di “Stasera Italia”, in onda tutte le sere alle 20.30 su Rete 4, guarda positivamente al reddito di cittadinanza – o, almeno, a una certa lettura: “Molti, soprattutto della Lega, hanno parlato di dare il reddito direttamente a chi assume, e questo mi convince molto”, ammette, “Anche non alle aziende: io prenderei domani mattina una ragazza che vuole imparare a fare la giornalista, pagata dallo Stato o con una triangolazione. E credo che tutte le aziende prenderebbero delle persone da formare se gratis. A me piace questa parte, che mi sembra sia stata proposta da Siri. Poi naturalmente il REI esisteva, e quello serve ad assistere le famiglie disagiate. E al PD dico: gridare contro il reddito di cittadinanza non gli porterà un voto“.
Nell’attuale situazione politica, Palombelli non vede difficoltà fra i partiti di governo e i rispettivi elettorati: “C’è un po’ disaffezione nei confronti dei 5 stelle, ma non vedo particolari difficoltà. Anche perché è la prima volta nella mia vita che assisto all’assenza dell’opposizione. Quando mio marito fu eletto”, ricorda la moglie di Francesco Rutelli, “un’ora dopo Francesco Storace fece fabbricare non so quante migliaia di magliette con su scritto ‘Rutelli non è il mio sindaco’. L’opposizione arrivò quasi prima della conferma del risultato. Ed è stata la costante di quegli anni. Oggi ditemi, dopo due anni e mezzo di questo disastro riconosciuto anche da Grillo e dal governo, se vi viene in mente non dico un nome ma un vago fantasma di qualcuno che può essere l’alternativa alla Raggi”.
La scena è occupata soprattutto da Matteo Salvini: “Si sta espandendo, ma attenzione”, avverte, “ci ricordiamo l’exploit di Renzi, con la personalizzazione esasperata… se fossi leghista sconsiglierei a Salvini di essere così tanto ovunque. C’è una classe dirigente, diversamente dal 5 stelle, molto plurale, con diverse figure, da Giorgetti a Garavaglia a Zaia. In fondo la Lega è una grande squadra, il capitano deve stare in campo ma dovrebbe valorizzare anche un po’ di più tutta la squadra“.
Parlando di squadra, non si può non pensare al PD: “Mi aspettavo che i candidati alla segreteria del PD trovassero una chiave, una sintesi, una quadra. Non hanno trovato neanche il tempo di fare una cena, di prendere un aperitivo. Credo che un’opposizione serva anche al governo, per evitare tutta una serie di possibili rancorose reazioni”, ragiona Palombelli, “La cosa stupefacente è che il PD prima ha scritto una legge proporzionale che costringe agli accordi e poi non vuole fare accordi con nessuno. Dovrebbero porsi il tema di dialogare, con Forza Italia, ocn il M5S, con chiunque, sulla base di un programma chiaro. Invece sembrano un partito da 3 o 4%, che vanno sempre a cercare il dettaglio che sono troppo piccoli per imporsi come forza di governo”.
Da tifosa romanista e frequentatrice degli stadi, la giornalista parla anche delle polemiche sugli ultras: “I cori ci sono sempre stati. Chi va allo stadio ci convive da tantissimo tempo. È giusto sanzionare, ma non bisogna pensare che la soluzione sia di polizia o di chiusura degli stadi. Le violenze peggiori avvengono fuori. Lo stadio è un momento di decompressione, tiriamo fuori una violenza che tiriamo dentro… anch’io ammetto di aver detto cose ignobili. Ma bisogna anche non esagerare. Ero all’Heysel”, ricorda, “e condivisi la scelta di giocare lo stesso perché serviva per dare tempo alle ambulanze di raggiungere gli ospedali di Bruxelles”.
Nelle ultime settimane si è anche parlato della partita di Supercoppa Italiana fra Juventus e Milan che si giocherà in Arabia Saudita, in uno stadio in cui le donne potranno entrare solo se accompagnate da un uomo: “Non scopriamo adesso che questi paesi non rispettano le donne. Sarebbe interessante scoprirlo quando si muovono le grandi multinazionali, quando muoviamo petrolio, gas o armi”, dice Palombelli, “Credo invece che far vedere al mondo uno stadio con le donne da una parte e gli uomini dall’altra sarà utilissimo a quelle donne che stanno da quella parte. Se fossi una donna araba che cerca l’emancipazione vorrei i riflettori, tanti giornalisti e vorrei fare un passo avanti anziché chiudere il sipario“.
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