martedì 24 ottobre 2017

Marco Travaglio, nuovo attacco a Maria Elena Boschi: "Oltre a non saper scrivere non sai neanche leggere"

L'ultima ossessione di Marco Travaglio, ora che la stella di Silvio Berlusconi è assai appannata, si chiama Maria Elena Boschi. Dopo le critiche per la frase sul figlio maschio, ecco che il direttore del Fatto Quotidiano la apostrofa come "bella addormentata nei Boschi" e la mette nel mirino per l'invettiva contro le intercettazioni telefoniche in Parlamento, dove il ministro si è scagliata contro la pubblicazione dei dialoghi (ad opera del Fatto) tra il premier, Matteo Renzi, e il generale, Michele Adinolfi. Dunque, Travaglio, punto per punto snocciola tutte le "balle" di Maria Elena. La prima: il ministro afferma che nella telefonata "non è nemmeno citata l'ipotesi di avvicendamento dell'allora presidente del Consiglio", Enrico Letta. Travaglio attacca: "Ora, che la Boschi non sapesse scrivere, era già dimostrato dalle riforme da lei vergate in tandem con Verdini. Adesso scopriamo che non sa neppure leggere". In buona sostanza, le dà dell'analfabeta.



Balle e conclusioni - Dunque, al punto due delle "balle", Travaglio ricorda alla Boschi perché, a suo giudizio, le intercettazioni sono state lecitamente pubblicate dal Fatto. Quindi - punto tre - Travaglio ricorda alla Boschi che il governo dovrebbe riferire su Adinolfi: il direttore parla delle "pressioni pro-Adinolfi di Renzi e dell'attuale sottosegretario Lotti". Punto quattro, il direttore chiede alla Boschi: "Come può il ministro dire che nella cena non si fa riferimento mai a possibili sostituzioni o promozioni nella Guardia di Finanza né tantomeno a possibili ricatti nei confronti dell'allora presidente Napolitano, se nella cena si parla solo di questo?". Insomma, una bella ramanzina. Travaglio tira poi in ballo anche il caso Claudio De Vincenti, il sottosegretario nei guai per il caso Tirreno Power, e conclude: "Gentili Renzi Boys & Girls, se non volete che si parli di voi, riformare le intercettazioni non basta: dovete proprio abolire la stampa".

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