Il plotone d’esecuzione era già schierato, con i fucili carichi e pronti a far fuoco. Manna dal cielo in vista delle elezioni di domenica prossima, aveva pensato qualcuno prefigurando scenari biblici e di caos metropolitano quando è stato annunciato l’arrivo dalle steppe siberiane di questo blizzard chiamato Burian. Una vera e propria benedizione per inchiodare la Raggi e la sua giunta, accusati in questi due anni di qualsiasi nefandezza: anche di quelle non commesse, anche di quelle commesse da altri in passato ed ereditate, anche di quelle montate ad arte e che poi sono svanite come una bolla di sapone, tipo l’incriminazione della sindaca (archiviata perché il fatto non sussiste) per le nomine in Campidoglio.
Capirai, ha pensato qualcuno, se Alemanno che era un politico esperto ha fatto un disastro prima con le piogge torrenziali e poi con la nevicata del 2012, figuriamoci che cosa combineranno questi sprovveduti dei 5 stelle. Così, quando ieri la Raggi ha annunciato la chiusura di tutte le scuole di Roma e provincia per allerta meteo, il plotone d’esecuzione si è schierato, sorridendo, in attesa dell’evento. Anzi, qualcuno (come “Il Messaggero” di questa mattina) ha addirittura anticipato i tempi definendo ridicola la decisione di chiudere preventivamente le scuole. Tanto, hanno pensato, al massimo cadranno due fiocchi e lei farà la figura della “grillina grulla”. E giù risate. Invece, è successo quello che nessuno immaginava...
Il primo fronte di Burian si è abbattuto sulla Capitale come un vero e proprio blizzard, una tempesta di neve come non si vedeva dal 6 gennaio del 1985 per intensità, l’anno della grande nevicata che per 2 settimane mise in ginocchio la città. E, miracolo dei miracoli, Roma non è rimasta paralizzata. Non è stato tutto perfetto, per carità, disagi ce ne sono stati perché comunque l’evento era di quelli straordinari (anche se annunciato...), ma nulla rispetto al caos che si è visto in passato. I 50 mezzi spazzaneve affittati con il giusto anticipo sono arrivati puntuali da Cuneo (sti nordisti, che efficienza...) e già alle 11 di mattina, nonostante la bufera durata fino alle 9 passate, quasi tutte le strade erano perfettamente agibili. Senza traffico in tilt e senza caos perché le scuole erano chiuse e (che fondoschiena questa sindaca...) perché il lunedì mattina molti negozi, parrucchieri e via discorrendo sono chiusi. Gli autobus hanno circolato senza troppi problemi (tranne qualche corsa ridotta perché qualcuno non si è presentato o è arrivato tardi a lavoro...), la metropolitana ha funzionato alla perfezione, i vigili urbani erano al loro posto, il servizio giardini è arrivato prontamente a sgombrare le strade, le corsie preferenziali e i binari dei tram bloccati dai rami degli alberi caduti sotto il peso della neve (meno che in passato, poi, che scandalo...) e in città regnava un silenzio e una pace quasi irreale.
Poi (sempre perché questa sindaca ha un gran fondoschiena), verso le 11 è spuntato addirittura il sole, a trasformare Roma in una cartolina imbiancata da spedire in giro per il mondo, con la gente che sorrideva come non si vedeva da anni e con i ragazzini padroni per le strade e pazzi di felicità per un evento che a Roma si verifica così raramente da essere ricordato per decenni. Ecco, anche loro avranno la loro storia da raccontare in futuro, come facciamo noi che abbiamo vissuto le nevicate del ‘68, del ‘71, del 1985, del 1986 e del 2012. Di quegli eventi, oltre al fascino della neve tutti ricordiamo la città in tilt, Roma bloccata da alberi crollati, da macchina finite fuori strada, da incidenti e autobus bloccati, sempre per colpa dell’assenza di quegli spazzaneve che Roma non ha in dotazione. Quelli che quella sprovveduta della sindaca Raggi, pur stando a Città del Messico per lavoro, aveva provveduto ad affittare e far arrivare nella Capitale prima della grande nevicata, anche grazie al lavoro del suo staff. La stessa Raggi che, sempre da Città del Messico (perché la città può essere gestita anche da migliaia di chilometri di distanza, al contrario di quanto avvenne con Marino durante il suo viaggio papale negli Stati Uniti), fidandosi nuovamente della Protezione Civile ha già disposto anche altri interventi straordinari per far fronte alla nuova emergenza alle porte. Perché passata la bufera di neve su Roma sta per abbattersi un’ondata di gelo senza precedenti, con temperature da - 7 a -10.
Così, il plotone d’esecuzione ha provato a sparare lo stesso (usando i suoi bei soldatini dell’informazione), inventandosi anche la fake news (finita nel mirino della procura di Roma) del finto comunicato con cui il prefetto in accordo con il sindaco avrebbe disposto la chiusura di tutte le strutture comunali (dalle scuole alle uffici ai tribunali) per l’intera giornata di domani. Cosa poi avvenuta nel primo pomeriggio, ma non per volere di qualche produttore di fake news ma per decisione concordata tra comune, protezione civile e prefettura. Ma stavolta i soldatini dell’informazione, pur andando disperatamente a caccia di cittadini scontenti pronti a sparare sulla giunta, hanno sparato a salve, perché anche chi la Raggi non l’ha votata e odia i 5 stelle, ha dovuto ammettere l’evidenza dei fatti: ovvero che, nonostante la portata eccezionale dell’evento atmosferico, la situazione a Roma è NORMALE. Al punto che grazie al lavoro svolto dai mezzi spazzaneve (e con l’aiuto del Sole) in città si circola tranquillamente non solo in macchina, ma anche con i mezzi e, addirittura, in motorino.
Ma per gli avversari politici della Raggi e del Movimento 5 stelle, c’è ancora una piccola speranza: ovvero che il sale non inondi le disastrate strade di Roma e che quindi il gelo riesca a mettere in ginocchio la Capitale (e la sua sindaca) come non è riuscito a fare il blizzard che si è abbattuto oggi su Roma.
Quindi, non vi resta che alzare gli occhi al cielo e pregare Burian, altrimenti non saprete più a che cosa aggrapparvi questa volta. Perché quell’inesperta sindaca, insieme al suo staff di incapaci, è riuscita a fare quello che non erano riusciti a fare esperti come i democristiani Santini e Darida (sindaci nel 1968 e nel 1971), oppure come il comunista Ugo Vetere o l’altro democristiano Signorello (sindaci durante le nevicate del 1985 e del 1986) o come il “camerata” Alemanno: ovvero, a non obbligare i cittadini ad essere ostaggio del maltempo e dell’inefficienza di chi governa la città. E questo non va bene, cara sindaca. Sappia, cara Virginia Raggi, che lei oggi ha deluso decine di migliaia di romani e con loro tantissimi che romani non sono ma che guardavano con occhi interessati Roma per sparare a zero su di lei, sulla sua giunta e sul Movimento 5 stelle. Così non si fa cara sindaca, lei non può deludere così i suoi avversari e tutti gli sciacalli, le jene e gli avvoltoi che erano già pronti a buttarsi sulla carcassa di questa città per acchiappare, il prossimo 4 marzo, un po’ di voti. A Roma, nel Lazio e nel resto del Paese, sfruttando questa tempesta perfetta chiamata Burian. Invece, li ha delusi tutti. E non si fa così, non è politically correct...
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