Proprio ieri è stato pubblicato l’ultimo report di Rsf e la notizia positiva è che l’Italia sale dal 77esimo al 52esimo posto. Ma quella negativa, e inaspettata, è che l’organizzazione francese ha bacchettato il M5S in quanto colpevole di “comunicare pubblicamente l’identità dei giornalisti che gli danno fastidio”.
Beppe Grillo ha commentato la vicenda con ironia: “Tutta colpa mia, pensavo fosse del sistema informativo marcio”, ha scritto sul suo blog. Altri esponenti 5 Stelle come Manlio Di Stefano, poi, hanno fatto notare Roberto Saviano ed Eugenio Scalfari fanno parte del board emerito di Reporters sans frontières.
Scrive Di Stefano:
“Da qualche ora i giornali italiani sono alla carica contro il M5S perché, dal nuovo rapporto di Reporters sans Frontieres, in Italia “il livello di violenze contro i reporter (intimidazioni verbali o fisiche, provocazioni e minacce) è molto preoccupante, e alcuni responsabili politici – come Beppe Grillo del MoVimento 5 Stelle – non esitano a comunicare pubblicamente l’identità dei giornalisti che gli danno fastidio”.
Mi sono chiesto, è mai possibile che un’associazione che fa questo di mestiere non sia in grado di distinguere chi attacca o minaccia la stampa a scopo intimidatorio e chi, invece, difende la propria immagine dalla diffamazione scientifica a opera di testate giornalistiche di proprietà di avversari politici?
Così sono andato a guardare chi sono le “fonti” italiane di Reporters sans Frontieres direttamente dal loro sito e quello che ho scoperto è meraviglioso: Eugenio Scalfari e Roberto Saviano.
L’indipendenza di giudizio dei due in questione sul M5S si riassume in queste due frasi:
Eugenio Scalfari 04.11.2016: “Il vostro è un movimento politicamente comico: fate ridere”
Roberto Saviano 22.04.2016: “Di Maio, con il suo intransigente ‘cattivismo’, parla e compiace, in breve cerca i voti, di tutti quelli che i migranti li vorrebbero morti in fondo al mare. Come nel Cile di Pinochet (o era il Venezuela?)”.
Forse sarebbe il caso di rinunciare a questo balzo in avanti di 25 posizioni nella classifica di libertà di stampa, no?
Aiutatemi a far girare questa verità, condividete tutti”.

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