lunedì 17 dicembre 2018

“Scorta a Saviano? Eravamo contrari ma la diedero lo stesso” l’ex capo della Mobile di Napoli svela la verità sull’esercito di uomini a disposizione del copiatore seriale che si spaccia per intellettuale

A proposito delle polemiche sulla scorta a Roberto Saviano, vi riportiamo questo articolo del Corriere del Mezzogiorno pubblicato il 13 ottobre 2009.

La dichiarazione non lascia indifferenti: «Sull’assegnazione alla scorta a Saviano, il nostro parere fu negativo». Anche perchè a dire no alle «bodyguards» per l’autore di Gomorra fu il capo della Squadra Mobile di Napoli, Vittorio Pisani. «Ho arrestato centinaia di delinquenti – spiega al Corriere della Sera Magazine, in edicola giovedì prossimo – Ho scritto, testimoniato e giro per la città con mia moglie e con i miei figli senza scorta. Non sono mai stato minacciato». E a proposito della scorta assegnata tre anni fa allo scrittore, Pisani racconta: «A noi della Mobile fu data la delega per riscontrare quel che Saviano aveva raccontato a proposito delle minacce ricevute. Dopo gli accertamenti demmo parere negativo sull’assegnazione della scorta». «Resto perplesso – aggiunge – quando vedo scortate persone che hanno fatto meno di tantissimi poliziotti, carabinieri, magistrati e giornalisti che combattono la camorra da anni». E sul best seller tradotto in 43 Paesi, il capo della Mobile dice: «Il libro ha avuto un peso mediatico eccessivo rispetto al valore che ha per noi addetti ai lavori».
«REGOLE DEONTOLOGICHE CONTRO I BOSS» – Secondo il capo della squadra mobile per rapportarsi alla criminalità organizzata bisogna rispettare «delle regole deontologiche» e soprattutto cercare di non dare «un’immagine eroica della lotta alla criminalità» perchè «la lotta alla criminalità è una cosa normale. A cui tutti possono partecipare».

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