domenica 4 marzo 2018

TERREMOTO NEL PD: RENZI RISCHIA DI PERDERE SEGGI DA SEMPRE SICURI. GUARDATE DOVE RISCHIA IL TRACOLLO..

ALLARME ROSSO NEL PD: BALLANO PURE I SEGGI SICURI - RENZI HA FATTO TESTARE UNO PER UNO I DUELLI DELL'UNINOMINALE. E RISCHIA DI PERDERE COLLEGI ANCHE IN TOSCANA ED EMILIA ROMAGNA - IL PD RISCHIA DI SCOMPARIRE DA ROMA IN GIÙ, MA SOFFRE ANCHE PADOAN A SIENA, PERSINO LA BOSCHI NEL FORTINO SVP. IN VENETO E FRIULI NON C'È PARTITA: I DATI REGIONE PER REGIONE


Alessandro Da Rold per ''La Verità''

Un terremoto ha scosso le fondamenta del Nazareno a poche ore dal voto. L' epicentro è un sondaggio riservatissimo commissionato dai vertici del Pd per simulare gli scontri diretti all' uninominale. I risultati hanno fatto accapponare la pelle ai maggiorenti dem: Rimini, Grosseto, Piacenza, Terni, Perugia sono date quasi per perse.

Matteo Renzi e soci, se erano preparati a una Caporetto da Roma in giù, non avevano messo in conto di subire ingenti perdite anche nelle roccaforti storiche. Ma la situazione è grave persino a Milano, unica ridotta al Nord del Sì al referendum. Finanche Maria Elena Boschi, che a Bolzano dovrebbe farcela grazie alla Svp, dovrà sudarsela parecchio.

l possibile tracollo del Partito democratico all' appuntamento di domani spaventa la Lega di Matteo Salvini al Centrosud, perché un' avanzata del Movimento 5 stelle potrebbe danneggiare la stessa coalizione di centrodestra nei collegi, complicando il tentativo di trovare una maggioranza in Parlamento e formare un nuovo governo. Il fuori onda al Tempio di Adriano tra Raffaele Fitto, il segretario leghista e Giorgia Meloni, dove il secondo confida di sperare che il Pd arrivi almeno al 22%, svela a poche ore dalle elezioni quello che già sanno al Nazareno, centro di comando dei dem di Matteo Renzi, da almeno una settimana.

 

I democratici rischiano di scomparire da Roma in giù - ma neppure nelle storiche roccaforti rosse come Emilia Romagna e Toscana stanno troppo bene -, con il pericolo reale, anticipato dalla Verità poche settimane fa, che molti collegi uninominali vengano assegnati ai grillini, in particolare quelli nei quali il centrodestra non riesce a sfondare.

In pratica, il ragionamento di Salvini è che molti voti persi per strada dai democratici possano affluire verso il movimento di Luigi Di Maio: l' argine dem rischia di crollare, così come le speranze di Antonio Tajani di fare il presidente del Consiglio.

Tra le fila dei democratici, come detto, non è una notizia. Lo dimostra il nervosismo di Renzi nelle ultime ore, con lo spauracchio della quota 20% che potrebbe portarlo a una disfatta storica. Non a caso nelle ultime ore l' ex presidente del Consiglio si è messo a inseguire i grillini, tanto da definire «una buona operazione di marketing» la scelta di Di Maio di presentare la lista dei ministri del prossimo governo, una mossa che non è per niente piaciuta al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

 
Del resto, in un sondaggio interno che circola da un paio di giorni al Nazareno, nel quale sono calcolate le percentuali dei candidati alla Camera in tutti i collegi uninominali (un terzo dei nominati, secondo il Rosatellum), la fotografia dei pronostici è simile a quella di un' ecatombe.

 

Se ne è accorto anche Beppe Grillo, il comico fondatore del Movimento 5 stelle, che ieri è tornato a tuonare dal blog: «Siamo rimasti soltanto noi e Forza Italia, il movimento si confronta con il più grande ed efficace spot pubblicitario dopo la Coca Cola di tutti i tempi. Ci siamo imposti con parole guerriere, mandare a casa una casta occupante spazio. Il movimento è nato su quelle parole guerriere e si è nutrito della saggezza migliore degli italiani: adesso siamo qui, a confortarci con il lato più oscuro e nebbioso del carattere del nostro popolo. Diamogli l' ultima spallata».

 

D' altra parte, secondo il documento che La Verità ha potuto leggere, in Sicilia, per esempio, il Pd non dovrebbe conquistare neppure un collegio all' uninominale per Montecitorio. Anzi, a Sud l' unico in una posizione favorevole è Franco Alfieri ad Agropoli in provincia di Salerno, il politico «clientelare» già noto per le famose fritturine di pesce del presidente della regione Campagna Vincenzo De Luca.

Non solo. A rischiare, anche se in vantaggio in questo momento, è persino il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, contro Luciano Ciocchetti del centrodestra nel collegio di Roma centro. Sempre nella capitale, Marianna Madia, ministro uscente alla Pubblica amministrazione, è in bilico contro Maria Teresa Bellucci al quartiere Montesacro. Lo stesso Marco Minniti, ministro dell' Interno, se la gioca quasi alla pari con Anna Maria Renzoni Bizziccheri a Pesaro.


Non può avere certezze neppure Pier Carlo Padoan, ministro dell' Economia, a Siena. Che dire poi del collegio di Roma Fiumicino, dove Emilio Carelli per i 5 stelle rischia di strappare la vittoria contro Tobia Zevi (Pd) e Domenico Menorello di Energie per l' Italia.

Il tracollo del Pd si fa sentire persino in storiche roccaforti come Rimini, Piacenza, Arezzo, Grosseto, Pisa, Terni e Perugia. Sono tutte in bilico. Al momento c' è fiducia sul collegio di Empoli, dove corre il petalo del Giglio magico, e ministro dello Sport, Luca Lotti, o Bologna, Reggio Emilia, Sassuolo, Forlì e Firenze.

Ma i dolori si avvertono anche a Nord. In Lombardia e, a Milano in particolare, stando ai sondaggi interni, il Pd si avvia verso un bagno di sangue, dopo che il capoluogo lombardo è stato una delle poche zone d' Italia dove al referendum istituzionale del 2016 passò il Sì alla riforma voluta da Renzi. Non è messo bene nel collegio sotto la Madonnina Bruno Tabacci, in queste ore coinvolto nella faida del Pd contro +Europa di Emma Bonino. Ma neppure negli altri collegi milanesi le cose vanno meglio, con Lega e Forza Italia lanciate a ribaltare il risultato del 2013, quando il Pd di Pier Luigi Bersani arrivò in testa come primo partito.

 

La situazione è desolante pure in Piemonte, dove in un monocolore azzurro si intravedono macchie gialle grilline a Torino 38 e a Collegno.

Persino in Trentino Alto Adige la situazione non è rosea, nonostante le percentuali bulgare della Svp, in particolare a Bolzano. Qui il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi, tiene ma non è atteso un risultato bulgaro, rispetto agli exploit previsti di Merano e Bressanone, mentre Trento e Rovereto sono in bilico.

 

In Veneto e Friuli Venezia Giulia non c' è partita, il centrodestra è in vantaggio ovunque con cifre rassicuranti. Particolare la situazione di Genova dove spira un vento grillino in due collegi sotto la Lanterna. Anche da queste parti il Pd risulta non pervenuto: a Sanremo c' è speranza per l' azzurro Giorgio Mulè.

Lo stesso succede in Sardegna dove, secondo il documento dem, i grillini potrebbero strappare i collegi di Nuoro, Carbonia, Sassari e Oristano. A pesare sulla competizione elettorale è di sicuro Liberi e uguali di Pietro Grasso che non dovrebbe conquistare collegio, ma che fa sentire le sue percentuali, con picchi anche al 10%, a Pisa, Napoli, Padova, Torino, Alessandra e Biella.

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