martedì 11 luglio 2017

Massimo Giletti, l'intervista ammazza-Rai. "Multe e minacce. Tutto ciò che l'Italia deve sapere".

Il tormentone dell' estate: Massimo Giletti resta o se ne va, dopo che la Rai ha maldestramente chiuso L'Arena, il suo gioiellino creato e condotto con spirito libero per 13 anni, senza mai schierarsi politicamente; e qui la sua grande forza oltre alle coraggiose inchieste e a una media altissima di telespettatori (4 milioni:non sono affatto pochi). Giletti è fuori dal coro, non è allineato, i suoi servizi di cronaca e denuncia che hanno dato tanto fastidio al Palazzo, mandando di traverso il pranzo della domenica al politico di turno, hanno dimostrato che lui non scende a compromessi. È un uomo d' altri tempi con dei valori importanti con i quali non ama discutere quando si spengono le luci.
Alla fine Giletti resta in viale Mazzini, accettando il sabato sera musicale, o lascia per andare a fare il battitore libero altrove?
«Non ho ancora preso una decisione. Mio padre mi ha insegnato l' arte di non abdicare mai a onestà intellettuale e dignità. Dalla Rai si entra e si esce. Spesso ho trovato in questa azienda persone che non mi hanno aiutato, anzi hanno cercato di ostacolarmi. Però poi c' era una parte sana che mi dava una mano perché sapeva come lavoro. E si stava a galla con gli ascolti».
E ora dove la porta l' onestà intellettuale?
«A non scendere a compressi. Io sono uno spirito libero, un anarchico. Essere su una rete importante ha alzato molto il livello della mia attenzione, perché tutto quello che avviene su Raiuno viene amplificato. Dall' altra parte c' è un utente, non un cliente. Una volta mi ha chiamato un direttore generale perché aveva ricevuto l' ennesima telefonata di protesta e mi ha chiesto: "Ma lei da che parte sta, non lo capisco". Gli risposi: se non lo capisce vuol dire che faccio bene il mio lavoro».
Quindi è davvero contro la casta, non è solo un modo per fare audience?
«Sono assolutamente contro la casta, e non solo quella dei politici, anche contro quella dei magistrati. Sono contro le inguistizie e i poteri forti che si approfittano della loro posizione e non fanno bene il loro mestiere, un conduttore deve stimolare il cambiamento».
Le sue battaglie sono storia, la più memorabile è stata quella sui vitalizi, come dimenticare la sua lite furiosa con Mario Capanna. Avete fatto pace?
«Quella a Capanna fu un' intervista difficile, ma carica di verità. Non ci siamo più incontrati e sinceramente non ne sento il bisogno, è stato deludente. Lo ricordavo come un uomo che difendeva i diritti degli ultimi, vederlo far le barricate per i privilegi di pochi è stato imbarazzante. Ho pagato una sanzione di 20 mila euro alla Rai per aver scagliato il suo libro a terra, ma lo rifarei».
È stato più facile intervistare Berlusconi o Renzi?
«Sono due animali televisivi, molto preparati, possiedono grande dialettica e conoscono bene il mezzo televisivo, hanno regalato emozioni diverse molto intense in entrambi i casi. Renzi è figlio di Berlusconi».
Berlusconi però durante l' intervista più di una volta si è alzato minacciando di lasciare lo studio?
«Dopo l' intervista, dietro le quinte, mi ha stretto la mano e mi ha confessato: lei mi è piaciuto molto. Poi mi ha fatto la dedica su un cartoncino del suo programma, che conservo ancora come un cimelio».
Pressioni più da destra o da sinistra per essere invitati in trasmissione?
«Non mi piace mai fare nomi. Di pressioni ne ricevo, ma io scelgo il prodotto, scelgo l' interlucutore per capacità dialettica che sappia esprimere contenuti veri, non slogan. Le belle statuine non mi interessano».
Ogni tanto si sono viste anche delle belle statuine, sedute nel suo studio, ma poi non le ha fatte parlare...
Ride. «A volte la velocità del programma mi ha costretto a dare meno spazio a qualcuno».
Le è capitato di ricevere proposte scomode dai partiti?
«Gli stessi partiti ormai sanno che devono mandare solo persone preparate, sanno che voglio soltanto i migliori».
Invita i partiti, non le persone?
«Per correttezza invito il partito. Ma dopo tanti anni mi può capitare di chiamare direttamente gli ospiti, ormai li conosco.
Gli ospiti sono essenziali, non li baratto. Ho troppo rispetto per il pubblico che mi segue».
E siamo sicuri che non si è mai lasciato condizionare dalle simpatie personali?
«Ho invitato personaggi non simpatici ma erano oggetto di dibattito. Mai dare spazio alle emozioni personali. Per mia fortuna negli anni in cui ho condotto L' Arena ho goduto di una grande libertà, staremo a vedere cosa succederà in futuro...».
Tra due donne egualmente preparate e dello stesso partito ha mai invitato in trasmissione quella più carina?
«Bisogna trovare delle alchimie. In tv l' estetica gioca un ruolo importante, ma non può essere l' unico elemento di valutazione».
Deve essere stato un po' imbarazzante invitare Alessandra Moretti mentre i giornali di gossip vi davano per fidanzati?
«Ribadisco, il prodotto viene prima di tutto. Di sicuro dopo il bacio che ci siamo dati in Sardegna io non l' ho più invitata».
Se non l' ha più invitata, vuol dire o che state ancora insieme, oppure che vi siete lasciati molto male.
Ride. «Non ci casco».
Perché vi siete lasciati? Divergenze politiche?
Ride.
Torniamo all' Arena, qual è il personaggio che non è riuscito a intervistare e che avrebbe tanto voluto avere in studio?
«Beppe Grillo».
La prima domanda...
«Sulla democrazia. Nel M5S c' è poca dialettica e chi la pensa in modo diverso viene espulso. Dov' è la democrazia. La politica non può essere imposizione».
Lei da piccolo voleva fare il pompiere, e invece si è ritrovato più che a spegnere fuochi, ad accendere infuocati dibattiti...
«Sembra un paradosso, ma non lo è. Non so stare fermo a guardare. Sono piuttosto un passionale, mi batto per il cambiamento, quando è necessario».
Sembra la strada giusta per lanciarsi in politica. Silvio Berlusconi glielo ha già chiesto. E a sinistra qualcuno glielo ha proposto?
«Me lo hanno chiesto dal centrodestra, io non ho mai detto che è stato Berlusconi, la sinistra non me lo ha proposto, per il momento. Difficile comunque convincermi. Come diceva Giorgio Gaber "la libertà non è star sopra un albero...la libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione... vorrei essere libero, libero come un uomo"».
Uno spirito libero che non usa facebook, né twitter, né instagram. Un uomo più legato alla vita vera che a quella virtuale, che ama leggere un libro all' aperto su un prato. Però è molto attaccato al consenso del pubblico, piuttosto che perderlo preferirebbe essere lasciato dalla fidanzata, si è lasciato sfuggire.
È ancora così?
«Niente social. Vado controcorrente, ci hanno spacciato la tecnologia come mezzo per vivere felici e invece ha esasperato la nostra vita, nel bene e nel male. Ci ha trasformato in personaggi di reality che mettono tutto in vetrina. La tecnologia ha esaltato gli eccessi del narcismo. Io amo vivere con i miei tempi, con lentezza, preferisco passare il mio tempo libero in un parco, Roma ne è piena, piuttosto che restare incollato al telefonino. E poi mi piace andare nei boschi, mi rigenera, ieri ho passeggiato tre ore immerso nella natura. Oggi mi sento come nuovo».
Non ha risposto all' altra domanda...
«Scontentare 4 milioni di persone, mi crerebbe qualche problema in più che scontentarne una sola».
Diciamo che preferisce perdere la fidanzata piuttosto che 4 milioni di spettatori. Sarà contenta la fidanzata...
Ride...
Nel 2013 è stato in Iraq, per raccontare l' Isis, ha avuto paura?
«Sono stato in Iraq e in Libia, nei teatri di guerra, mi preoccuperebbe non aver paura, vorrebbe dire essere incoscienti. L' incoscienza è un atteggiameno pericoloso. Per portare a casa la pelle devi aver paura».
La democrazia si esporta?
«L' errore drammatico dell' Occidente è pensare di esportare la democrazia in Paesi che non la conoscono. È un processo lunghissimo. Sui temi dell' immigrazione purtroppo l' Italia è stata lasciata sola. Dovremmo farci ripettare di più dall' Europa».
E lo Ius soli è una soluzione?
«Il dibattito è ancora lungo. Certo, non possiamo fermare la storia, dobbiamo lavorare sull' integrazione e andare in Africa per impedire ai barconi di partire».
Un salto ancora nell' Arena. Come viveva l' antagonista Barbara D' urso in onda alla stessa su Canale 5? O ha temuto di più le partite su Sky?
«L' Arena aveva una forte percentuale maschile di pubblico, temevo più le partite sportive. Con la D' Urso siamo stati buoni vicini. Abbiamo storie diverse, ognuno fa la sua televisione».
Lei è stato il vero re della domenica pomeriggio. Qual è il segreto del suo successo?
«La credibilità, frutto di una grande passione con cui si lavora senza essere ideologici. Dietro L' Arena c' e un lavoro pazzesco non c' è solo Giletti. I conduttori fanno l' errore di pensare di essere Dio in terra solo perché appaiono in tv, in realtà il successo è figlio di un lavoro di gruppo».
Grandi consensi, anche quando è stato intervistato dalla Berlinguer nel suo programma "Carta bianca"su Rai3. Lì ha riscosso un alto gradimento, mai sfiorato prima, da un pubblico sia di destra sia di sinistra. Dica la verità non si vedrebbe bene sulla poltrona di primo cittadino di Torino?
«Fare il sindaco oggi è una follia. E per i giornalisti che vanno a fare i politici poi è un problema tornare a fare a i giornalisti, così come per i magistrati, che dopo un giro in politica vogliono riprendere a occuparsi di giustizia. Se vuoi essere credibile, forse puoi occuparti di sport, ma per carità...».
Quindi mai in politica?
«Mai dire mai».
L' ho vista cantare con il Volo e poi con i Pooh. Sarà per questo che i dirigenti Rai hanno pensato che sia perfetto per condurre un programma musicale il sabato sera?
Ride. «Mi piace cantare, mi piace rompere gli schemi, sempre divertendomi. Se io mi diverto si divertono anche gli altri».
Quando si spengono le luci e resta da solo chi è Massimo Giletti?
«È un uomo che ama la solitudine, che non ha paura di stare solo. Anzi, desidera stare da solo. È un uomo alla continua ricerca delle mille anime che vivono in lui».
Narcisista?
«Chiunque fa il mio lavoro è ipocrita se non ammette di esserlo un po', bisogna solo sperare di non esserlo troppo».
È in perfetta forma fisica, piacere o dovere?
«Piacere, è piacevole soffrire durante l' allenamento. La fatica ti fa capire che non è facile raggiungere determinati obiettivi. Comunque vado almeno tre volte a settimana in piscina, gioco a calcetto e ho una piccola palestra in casa».
E la sveglia a che ora suona la mattina?
«Mi sveglio alle 8, un' ora per allenarmi, e alle 10 in redazione, e a mezzanotte sono già a letto».
Si addormenta guardando la tv oppure con un buon libro?
«Preferisco leggere nel pomeriggio, la sera guardo molta televisione, ma poi dipende dalle serate. Non ho regole. E non le voglio».
Vive da solo?
«Sì».
Sicuro?
«Molto sicuro».
Neanche con un cane o un gatto?
«Amo troppo gli animali per farli vivere in un appartamento, ci vorrebbe un giardino. Ma ogni mattina una coppia di corvi si posa sul mio terrazzo, mi aspetta per la colazione. Abbiamo una sorta di appuntamento, si presenta sempre alla stessa ora per augurarmi il buongiorno, io gli offro qualcosa da mangiare. E poi i corvi, sempre in coppia, volano via».
Spesso è sui giornali di gossip. Tante donne, anche tanti amori?
«Amori pochi, tre, forse quattro, ma non mi chieda i nomi, non li farei neanche sotto tortura. Posso parlare però del primo, ormai è caduto in prescrizione. Conosciuta sui banchi dell' Università. Si chiamava Alessandra».
Alessandra mi ricorda qualcuno...
Ride. «A volte ritornano».
In questo momento è innamorato?
«Sono sempre innamorato della vita, le donne fanno parte della vita quindi sono spesso innamorato».
Al primo appuntamento come si presenta per fare colpo?
«Io non ragiono in questi termini. Non cerco di ingannare nessuno. Sono sempre me stesso. Sono un minimalista, che è anche la mia filosofia di vita. Amo molto lo stile di Giorgio Armani. La sua giacca destrutturata è come se fosse una seconda pelle. Regala una sensazione di libertà».
Libertà...Immagino non abbia un bel rapporto con la cravatta. Obama aveva lanciato la moda dell' eleganza senza cravatta anche per le più formali riunioni di Stato. Subito imitato da alcuni premier europei, anche da Renzi. Se ne può davvero fare a meno? O ci sono occasioni dove è necessaria?
«Non la amo molto. Ma Obama così come Marchionne sono dei simboli di potere, possono permetterselo. Io in certe occasioni non ne posso fare a meno. Certo, appena rientro a casa mi tolgo persino le scarpe e cammino a piedi nudi. Camicia e pantaloni larghi, quelli alla turca per intenderci. Sono la mia divisa casalinga».
E la donna cosa dovrebbe indossare per sedurla?
«L' abito dell' intelligenza e della dolcezza, un abito difficile da indossare».
Insomma le preferisce intelligenti e dolci. E la bellezza quanto conta?
«Preferisco le donne affascinanti... la bellezza svanisce».
Si vestono meglio le donne di destra o di sinistra?
«Viviamo in una società dove destra e sinistra sembrano non esistere più. Quelle di sinistra hanno smesso i panni delle madonne addolorate. Comunque la più elegante è senza dubbio Daniela Santanchè. Lei è il top».
Solo per come si veste?
Ride...
Come giornalista-conduttore che voto si dà?
«Sono gli altri che mi possono giudicare».
E come uomo?
«Come uomo ritendo di ssere coraggioso, mi dò un voto alto tranne che in amore».
Ha più amato o è stato più amato«Sono stato più amato, purtroppo».
Chissà quante ne ha fatte soffrire.
Ride.
Nel tempo libero, cosa fa vede gente, donne, cucina.
«Nel mio tempo libero cerco di ritrovare me stesso a contatto con la natura, ma questo lo già detto».
Amici?
«Veri amici solo un paio. Uno fa il magistrato, l' altro vive in Inghilterraè un professore di Italiano e Storia».
E questa estate che vacanze farà?
«In un' isola sperduta del Mediterraneo, lontano da tutti».
Con chi?
«Con chi amo».
E vero che va ogni anno a Lourdes?
«Ho fatto oltre 30 viaggi, la prima volta, avevo 10 anni, sono andato con mia madre Giuliana e mia nonna Bianca Maria.
Mi dissero: è ora che impari a conoscere il mondo degli invisibili. È stato un arricchimento, una grande lezione di vita. Allora ero convinto di far del bene a loro. Oggi sono io che devo ringraziarli, mi regalano molto».
Cosa pensa della sospensione di Filippo Facci, giornalista di Libero, da parte dell' ordine dei giornalisti? Enrico Mentana aveva detto: "Qualsiasi cosa fosse, sesso, politica, terrorismo, economia, era una sua opinione. Non voglio sapere cosa abbia scritto, la libertà vale per tutte le opinioni. E io con gente che sanziona le opinioni non voglio avere nulla a che fare. Ditemi quindi dove firmare per chiedere di abolire l' ordine dei giornalisti, ora che da inutile è diventato dannoso".
«Ho sempre lottato per chi ha un' opinione diversa, noi giornalisti dobbiamo tutelare il rispetto di chi la pensa diversamente.
Sono perfettamente d' accordo con Enrico».
di Daniela Mastromattei 

Fonte: http://www.liberoquotidiano.it/news/personaggi/12434906/massimo-giletti-minacce-multe-liti-vi-racconto-mia-arena-antipatica---.html

1 commento:

  1. ma smettetela.. e' contro le caste ma difende la casta dei giornalisti...

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