Cade un reato contro Matteo Salvini, ma i guai giudiziari per il ministro degli Interni non sono finiti. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, voci dalla Tribunale dei ministri di Palermo che dovrà giudicare il titola del Viminale confermano come alcune delle accuse formulate dal pm di Agrigento Luigi Patronaggio siano contraddittorie tra loro, incompatibili e dunque destinate a svanire. Non ci sarà quella per “arresto illecito“, dal momento che non c’è stato alcun arresto.
Poi c’è il capitolo sequestro di persona: si deve decidere tra sequestro “semplice” e “sequestro a scopo coazione”, che prevede una pena ben più pesante (fino a 30 anni di carcere). Se venisse riconosciuto quest’ultimo capo d’accusa, tra l’altro, dovrebbero venire incriminati anche il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli e il premier Giuseppe Conte. Gli altri reati (omissione di atti d’ufficio e abuso d’ufficio) vengono considerati “residuali”. Ma c’è anche l’ipotesi di nuove indagini: “se il trattenimento dei migranti – nota il Corsera – è cominciato al largo di Lampedusa il giudizio spetterà ai giudici di Palermo; se invece il mancato approdo era giustificato e l’ipotetico sequestro si è verificato a Catania, allora le carte dovranno ripartire per la città etnea”. E un altro Tribunale dei ministri dovrà rivalutare il caso.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.