Guerra aperta tra l’equipaggio di Sea Watch e l’Italia, dopo il blocco imposto alla Ong che resta nel porto di Catania. La Sea Watch torna a cannoneggiare su Twitter, dove scrive: “Non è corretto cercare a tutti i costi il pretesto per il sequestro della nave semplicemente per impedire di operare la necessaria attività di soccorso nelle acque di un mare dove le persone continuano a morire”, afferma in un video pubblicato su Twitter (qui sotto in pagina, ndr) la portavoce del natante tedesco battente bandiera olandese.
Lo stop a Catania è dovuto alla questione che riguarda il tipo di nave utilizzata da Sea Watch: secondo gli investigatori saliti a bordo sarebbe un “pleasure yacht”, dunque “non conforme” al tipo di attività che svolgeva, oltre al rispetto delle normative in materia di tutela dell’ambiente marino (lo ha spiegato su Facebook il ministro Danilo Toninelli). Ricostruzione che viene però respinta dalla Ong: “A Sea Watch non è pervenuta alcuna notifica di blocco amministrativo -, prosegue la portavoce – Questa mattina la Guardia costiera è arrivata a bordo presentando la relazione dell’attività ispettiva fatta nella giornata di ieri”.
Sea Watch ammette che sono state riscontrate “alcune piccole attività da fare a bordo per ripartire in sicurezza”, ma assicura che “si possono svolgere nel giro di 24 ore e che sono normali attività di uno scalo tecnico di una nave che non tocca porto dal 14 dicembre”. E ancora: “Non ci sono però le basi per un sequestro amministrativo e per ora la nave non è in blocco. Aspettiamo la decisione della Guardia costiera in merito alla relazione presentata”.
La polemica non è finita. Perché poi arriva la replica nello specifico a quanto affermato da Toninelli: “La nave Sea Watch 3 è regolarmente registrata come nave da diporto nel registro reale olandese e il suo uso è quello da nave da soccorso”. E le regole italiane? “Per la lunghezza e la stazza della nave – ammette l’Ong – questo non sarebbe possibile in Italia, tuttavia per la legislazione olandese (alla quale la nave fa riferimento) questo è assolutamente regolare. Ed è stato accertato dalle autorità ispettive dello Stato di Bandiera a Malta quando la nave è stata in stato di blocco immotivato per quattro mesi”, sottolineano. Infine, Sea Watch promette di rendere pubblici i documenti che dimostrerebbero la regolarità della nave: “Ricordiamo che la nave è una nave olandese sulla quale non si applica la giurisdizione italiana, per cui inviato il governo a non fare deliberatamente confusione in questo senso”, conclude la portavoce.
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