giovedì 4 ottobre 2018

Ma che Presidente abbiamo? Obbligato a firmare il decreto sicurezza, cosa arriva a dire il coniglio del Quirinale

Nel linguaggio di tutti i giorni si direbbe “pararsi il….”. Ma per evitare accuse di vilipendio nei confronti del presidente della Repubblica, potremmo dire che Sergio Mattarella, nel firmare il “Decreto Sicurezza” ha rispolverato quanto di più democristiano ha ancora dentro a 25 anni dalla scomparsa della Balena Bianca. Perchè, diversamente da quanto temevano (o si auguravano, dipende dai punti di vista) i leghisti, il capo dello Stato ha firmato il testo redatto dal ministro dell’Interno e che si occupa di sicurezza e immigrazione, legando le due tematiche in puro Carroccio-style. Roba che, non molto tempo addietro, aveva fatto sollevare qualche sopracciglio al Quirinale. In particolare, c’era qualche riserva su quanto il decreto dice in merito all’accoglienza dei rifugiati.

Oggi, invece, Mattarella ha firmato, facendo così incassare al leader leghista uno dei successi più importanti del suo mandato a Palazzo Chigi. Ma nel porre il sigillo quirinalizio, ha scritto al premier Giuseppe Conte una lettera nella quale chiede che siano rispettati i dettami della costituzione in tema di rifugiati e richiedenti asilo. In particolare, il Colle di è raccomandato il rispetto dell’articolo 10 della Costituzione per il quale “l’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute. La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali. Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge”.

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