Il presidente dell’Inps sta valutando il ricalcolo degli assegni cambiando l’età del ritiro. Una fregatura per il Centronord, ma la sua pensione si salva dai tagli
Esclusa la fattibilità del ricalcolo con il sistema contributivo delle pensioni liquidate con il metodo retributivo per mancanza delle informazioni basilari per il riconteggio, al ministero dell’Economia e della Finanza sono stati segnalati i concreti rischi di costituzionalità della proposta di Tito Boeri.
Così, come riporta Libero, Boeri ha cambiato strada, proponendo per tutti un calcolo alternativo. Il progetto di taglio delle pensioni alte, anziché prendere in esame i contributi versati, propone una riduzione retroattiva dell’assegno parametrata agli anni di pensionamento anticipato. E sarà “l’algoritmo Boeri” a calcolare quale fosse l’età giusta per ritirarsi dal mondo del lavoro negli anni ’70 e ’80. Un calcolo che decreta “l’illegittimità” delle pensioni di anzianità, diffuse nel Centronord.
Boeri ha ricostruito statisticamente un’età di pensionamento fittizia, portando la speranza di vita attuale indietro di 45 anni, con il risultato che nel 1973 una donna, secondo i suoi calcoli, avrebbe dovuto lasciare il posto di lavoro a 63 anni e 4 mesi. Ma, come spiega il quotidiano, la pensione di vecchiaia (non di anzianità) delle signore al tempo era fissata a 55 anni.
Non tutti sono entusiasti della manovra di Boeri. L’approvazione del disegno di legge rischia di creare una frattura tra i grillini e la Lega. Mossa prevedibile vista la volontà del presidente dell’Inps di lanciarsi in politica tentando di unificare la componente grillina a trazione Fico-Di Battista e la sinistra Pd e Leu.
La pensione di Boeri
Nella nuova versione vengono escluse dai tagli le pensioni in cumulo e quindi anche quelle che il presidente dell’Inps riceverà per il suo lavoro all’Ocse e per l’insegnamento universitario in Italia.
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