Trattative a oltranza sull’Ilva. Intesa con Mittal per 10.700 assunzioni subito
Nel nuovo accordo raggiunto in nottata anche un bonus da 100mila euro lordi per gli esodi volontari. Le parti si riaggiorneranno alle 13
Sono andate avanti per tutta la notte le trattative tra Mittal, sindacati e governo, durante la riunione fiume al Mise sul destino dell’Ilva di Taranto, ancora in corso. La notte, stando a quanto trapela, ha portato consiglio, nella misura di un aumento delle assunzioni previste. Diecimilasettecento secondo la nuova proposta fatta dai sindacati, appena accolta dal colosso indiano, anziché i 10.300 indicati nella bozza di accordo presentata ieri pomeriggio. Il tutto affiancato da un piano di incentivi all’esodo, volontario e anticipato, che prevede una somma di centomila euro lordi per chi decide di andarsene subito.
Novità che piacciono ai sindacati, e fanno si che stamattina al Mise si respira un’aria positiva. Il lungo confronto notturno ha via via avvicinato le parti e smussato gradualmente i punti più controversi. “Siamo più vicini” ha spiegato una fonte sindacale riferendosi all’intesa possibile. “È possibile ipotizzare la chiusura nella giornata di oggi”, aggiunge un’altra fonte sindacale.
L’incontro al Ministero, presieduto dal ministro Luigi Di Maio, era cominciato ieri pomeriggio, con l’obiettivo di raggiungere un’intesa migliore rispetto a quella prefigurata dall’ex ministro Carlo Calenda, tutelando l’ambiente e l’interesse pubblico. Le parti, dopo aver trattato sino alle 5 di stamatina, si sono aggiornate, e riprenderanno i lavori attorno alle 13, per poter dar tempo ai sindacati di verificare il nuovo testo integrato e provare a chiudere l’accordo in giornata.
Nell’accordo sull’Ilva con ArcelorMittal “abbiamo ottenuto quello che abbiamo chiesto sin dall’inizio, quindi siamo soddisfatti”, E’quanto spiega la segretaria della Fiom Francesca Re David – “10.700 lavoratori verranno assunti subito e sono sostanzialmente quelli che ora lavorano negli stabilimenti, ossia tutti quelli non in cassa integrazione”.
Contemporaneamente parte anche un piano di incentivi alle uscite volontarie e l’azienda “si è impegnata ad assumere tutti gli altri che restano in carico all’Ilva senza penalizzazioni e con l’articolo 18”. Molto migliorato anche il piano ambientale “che porta all’accelerazione delle coperture dei parchi e a un limite fortissimo delle emissioni. Se Ilva vuole produrre 8 milioni di tonnellate di acciaio lo deve fare senza aumentare di nulla le emissioni che ci sono”. Ora, conclude Re David, sottoporremo l’intesa come sempre al giudizio dei lavoratori che è per noi vincolante, oggi sottoscriveremo l’accordo ma la firma definitiva ci sarà solo al termine dei referendum”. I tempi? “Cercheremo di farlo naturalmente entro il 15 settembre, ci mettiamo subito al lavoro”, ha ancora detto.
Intanto Antonio Calò, segretario Uilm Taranto, che sta partecipando al tavolo su Ilva al Mise, ha affermato: “Il ministro Di Maio ha dichiarato che a questo punto l’interesse pubblico è superiore a qualche vizio legittimità e quindi la gara, pur avendo qualche vizio, non viene revocata”.
Per Di Maio: “Siamo all’ultimo miglio, sono state 18 ore di trattativa in cui i protagonisti sono stati ovviamente i rappresentanti dei lavoratori, in cui si è cercato di raggiungere il miglior risultato possibile nelle peggiori condizioni possibili”. Il ministro aggiunge: “Adesso aspettiamo la firma, non dire gatto se non ce l’hai nel sacco…”.
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