tratto da scenarieconomici.it
Guido Carli firmò nel 1992 il decreto su Maastricht. Il suo delfino era Paolo Savona, protegee di Cossiga, un altro sardo “uomo di potere”. Cossiga fu lo stesso che poi NON volle Draghi al governo, rifiutando di riallocarlo a Palazzo Chigi da direttore generale del Tesoro (ovvero la stessa direzione che poi firmò i contratti diciamo capestro sui derivati in nome e per conto dell’Italia, non fosse perché negli anni sono costati circa 47 miliardi di euro ai contribuenti), preferendogli Romano Prodi. Il motivo del niet di Cossiga dipendeva dal fatto che Draghi fu sorpreso sul Britannia appena prima delle privatizzazioni italiane imposte dall’estero a seguito di Tangentopoli (…). Non aggiungo altro, se non rilevare la successiva, fulgida carriera di Mario Draghi a livello globale.
Forse non casualmente oggi Draghi è uno dei più acerrimi rivali (dovrei forse dire nemici) di Paolo Savona.
Quando Guido Carli firmò il trattato di Maastricht si dice – quanto meno ci sono soggetti molto ben informati che sottintendono di non avere dubbi (…) – che siano stati inseriti protocolli riservati concordati con l’EUropa (leggasi Francia e Germania) all’atto della firma italiana del trattato, visto che l’Italia accettava la conversione di un enorme debito contratto in valuta debole, la lira, trasformandolo in valuta forte, l’euro. Scendo alcuni autori tali protocolli segreti, si suppone, avrebbero dunque a determinate condizioni regolamentato e soprattutto permesso l’uscita dalla moneta unica (cfr. Rinaldi, Agosto 2013 e 2015).
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.