Secondo il direttore del Fatto Quotidiano uno dei principali motivi che impedirebbero il successo di un esecutivo a guida 5 Stelle sostenuto dalla Lega è che non è possibile dare il reddito di cittadinanza e al tempo stesso abrogare la riforma Fornero.
Questo non esclude però che o l’uno o l’altra si possano fare. Al contrario di quanto vorrebbero far credere una parte della politica e i media.
Travaglio nel suo editoriale di oggi osserva che si sta facendo “terrorismo sulle coperture” di entrambi, che vengono “sempre calcolate sui massimi (come se si volesse fare tutto subito), per concludere che non si può fare mai niente di nuovo”. Tutti questo secondo il giornalista “fa ridere”. Travaglio spiega: “Pare quasi che tutto quanto fatto fin qui fosse un dogma di fede, intoccabile e immodificabile. E chi l’ha detto? Se la sovranità appartiene al popolo e il popolo boccia da cinque anni chi governa da 24, vuol dire che il nuovo governo non solo può, ma deve cambiare registro.”
La vera domanda secondo il direttore del Fatto è “il reddito di cittadinanza e la Fornero sono buoni o cattivi?”
In merito al primo scrive: “il reddito di cittadinanza, comunque lo si voglia chiamare, esiste da anni in tutti i Paesi d’Europa tranne il nostro e la Grecia: perché dovrebbe essere uno scandalo? Costa 30 miliardi l’anno, la metà dei soldi spesi una tantum dagli ultimi governi per le banche decotte”.
E sulla abolizione della Fornero osserva: “impone una delle età pensionabili più alte d’Europa, in un Paese che ha gli orari di lavoro fra i più alti d’Europa in cambio di salari fra i più bassi d’Europa. Questa Europa vale sempre, o solo quando fa comodo a lorsignori?”.
Il problema è, come già detto, l’impossibilità di dare il reddito di cittadinanza e contemporaneamente abolire la Fornero:
“Poi, certo, c’è il problema delle coperture: infatti abbiamo scritto e ripetiamo che un governo 5Stelle-Lega (peggio mi sento se con l’aggiunta del Delinquente) sarebbe demenziale anche per questo: non si possono fare insieme reddito di cittadinanza, flat tax e riforma della Fornero”.
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