Vi riproponiamo questo video che seppur passato, è pur sempre attuale e da non dimenticare.
Ecco come sbugiardare la propaganda renziana in 23 secondi
La legge falso in bilancio targato PD permette a chi è accusato di questo reato di salvarsi più facilmente. È quanto denunciato da Alessandro Di Battista, che sulla propria pagina Facebook ha scritto:
“23 SECONDI PER SBUGIARDARE L’ENNESIMA PROPAGANDA RENZIANA
Qualche giorno fa dicevo a Fiano (PD) che eravamo orgogliosi di non aver votato la falsa legge anti-corruzione targata PD e NCD (un partito – quest’ultimo – che ha più indagati che elettori).
Aggiungevo (guardate il video, sono solo 23 secondi) che per i magistrati sarebbe stato più difficile scoprire il reato. “Vedremo” rispondeva Fiano.
Ebbene oggi abbiamo visto (lo dice una sentenza della Cassazione) che il falso in bilancio targato PD permette a chi falsifica di farla ancor più franca. Chapeau! Il PD su questo tema è riuscito a far persino peggio di Berlusconi.
Ricordo che il falso in bilancio è il modo principale per produrre fondi neri e corrompere i politici. Gli scandali che coinvolgono le cooperative rosse ci mostrano tutto questo.
Vediamo se oggi qualcuno ci domanderà perché abbiamo votato contro alla legge falsamente anti-corruzione targata Renzi e Alfano!”
La Cassazione e la nuova legge: il falso in bilancio più debole
La nuova legge sul Falso in Bilancio, avverte Luigi Ferrarella sul Corriere della Sera, sta iniziando a “falciare i processi in corso”:
“Una sentenza della Cassazione, annullando ieri sera la condanna per bancarotta a 6 anni e 9 mesi dell’ex sondaggista di Berlusconi, Luigi Crespi, avverte in controluce che la nuova legge sul falso in bilancio, in vigore da appena 48 ore, non solo non sarà in grado di punire quasi più alcun serio caso di falso in bilancio, ma anche che sta già iniziando a falciare i processi in corso. Con il paradosso quindi che la nuova legge, rivendicata dal governo Renzi come ripristino della portata penale del reato depotenziato nel 2002 da Berlusconi, ha invece l’effetto pratico contrario di cancellare anche quel poco che era rimasto.
Tutta colpa di quattro parole – «ancorché oggetto di valutazioni» – che in marzo un emendamento governativo eliminò dall’iter di approvazione della norma, lasciando fuori dal perimetro di ciò che è reato i casi più frequenti e insidiosi di falso in bilancio: che ovviamente non sono quelli grossolani nei quali si comunica di avere ciò che palesemente non si ha, ma sono quelli raffinati nei quali si dichiara di possedere qualcosa stimato a un valore in realtà sballato se tarato correttamente alla luce del Codice civile, dei principi contabili nazionali elaborati dagli appositi organismi, e degli standard internazionali Ias/Ifrs. Magazzini, ammortamento dei crediti o stime immobiliari sono tipiche «valutazioni», alle quali persino la deprecata legge Berlusconi conservava almeno un minimo di punibilità se si scostavano dalla realtà per più del 10%”.
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