Il Commissario europeo al Bilancio, il tedesco Gunther Oettinger, ha annunciato le linee guida della riforma della politica di coesione che verrà presentata a maggio: ci saranno tagli per il 10-15% al budget rispetto alla programmazione 2014-2020. Questo significa che alle Regioni più povere d'Europa verranno diminuiti drasticamente i trasferimenti dei fondi europei. Per l'Italia sarà una mazzata! Su 42 miliardi di euro che può contare adesso, le Regioni più povere (principalmente Sicilia, Sardegna, Calabria, Basilicata, Campania, Puglia, Molise, Abruzzo e Lazio) potrebbero perdere fra i 4 e i 6 miliardi miliardi di euro. Questa cifra comprende anche i tagli dei fondi previsti per gli agricoltori di tutta Italia.
Anziché tagliare gli sprechi, come la doppia sede del Parlamento europeo e le pensioni privilegio ai parlamentari europei, questa Europa taglia gli aiuti ai cittadini bisognosi. È assurdo. L'unica politica europea realmente redistribuitiva corre il rischio di essere seriamente depotenziata, sia nell'attuale sia nel nuovo quadro regolamentare. Oettinger è l'emissario della Merkel a Bruxelles, uomo forte del Partito popolare europeo, lo stesso dei berlusconiani al Parlamento europeo. Eppure da loro nessuna voce si è alzata contro questa ipotesi suicida per il nostro Paese. Ma questa non è una novità. Forza Italia appoggia e vota tutte le politiche di austerity che stanno massacrando i cittadini!
Per quanto riguarda l'agricoltura, oggi le risorse per il settore rappresentano il 36% del bilancio europeo. Oettinger le vuole portare al 30%. In sostanza si vogliono togliere 10 miliardi di euro all'anno agli agricoltori europei, una cifra considerevole che rischia di creare enormi danni al settore che già soffre la concorrenza sleale di accordi commerciali suicidi siglati in passato. La mancanza di risorse causate dalla Brexit non deve essere l'ennesima scusa per togliere fondi al settore agricolo a scapito degli agricoltori veri favorendo invece chi specula. Il Commissario "tedesco" deve lasciare perdere la strada dei tagli lineari e indiscriminati che andrebbero a vantaggio delle grandissime imprese che con la Politica agricola comune si arricchiscono con mere operazioni contabili. Chiediamo che si concentri invece su una allocazione più attenta e efficiente delle risorse che premi e valorizzi soprattutto le piccole e medie imprese che con loro lavoro producono qualità, curano l'ambiente e hanno importanti ricadute sociali.
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