Non ci resta che ridere
di Marco Travaglio
Il Fatto Quotidiano 6 ottobre 2016
di Marco Travaglio
Il Fatto Quotidiano 6 ottobre 2016
Ieri, per smentire definitivamente chi insinua che non faccia più ridere, Roberto Benigni ha fatto una battuta divertentissima, degna degli anni d’oro: “Se vince il No, il giorno dopo ti immagini? Il morale va a terra, peggio della Brexit”. Purtroppo non ha spiegato il morale di chi, precisamente, andrebbe a terra. Non certo di quei buontemponi che si sono ciucciati per vent’anni (quelli di B.) le sue geremiadi sulla “Costituzione più bella del mondo”: i quali, non avendo cambiato idea diversamente da lui, avrebbero anzi il morale alle stelle per aver salvato un’altra volta la Carta. Però, riconosciamolo, quel “peggio della Brexit” è un capolavoro di comicità volontaria. Roba forte, chapeau. Sta parlando, è bene ricordarlo, dell’ipotetica bocciatura della nuova Costituzione scritta a quattro mani, anzi a quattro piedi da Boschi&Verdini. Che potrebbe innescare – come Renzi giurò, poi smentì, infine lasciò nel vago – le dimissioni del presidente del Consiglio e la nascita di un nuovo governo fino alle elezioni del 2018. Bene: secondo il comico toscano, l’uscita di Renzi da Palazzo Chigi è paragonabile all’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea (che, detto per inciso, non ha ancora sortito conseguenze, a parte lo sputtanamento di tutti i profeti di sventura che vaticinavano l’Apocalisse). L’Italia sarebbe irrimediabilmente percorsa da un’onda anomala di depressione generale, e non basterebbero tutti gli psichiatri del mondo per risollevarle il morale.
Solo le battute di Benigni potrebbero salvarci: infatti il Premio Oscar ha deciso di prevenire l’infausto evento, regalandocene qualcun’altra, a futura memoria. Tipo questa: “I costituenti stessi hanno auspicato di riformare la seconda parte della Costituzione, poi c’è la maniera di migliorarla, ma se non si parte mai…”. Hai capito? Questa “riforma” la volevano già i padri costituenti del 1946-’48, forse perché avevano la coda di paglia e si sentivano inadeguati, già prevedendo che 70 anni dopo sarebbero arrivati giureconsulti ben più sapienti e autorevoli di loro (nessuno, spero, vorrà paragonare giganti come la Boschi, Verdini, Renzi, Lotti, Alfano, Cicchitto, Casini, Pera e Napolitano a gentucola tipo De Gasperi, Togliatti, Parri, Ruini, Terracini, Calamandrei e Croce). Le cose andarono così. Eletti nel 1946 col sistema proporzionale in un’apposita Assemblea costituente, quei poveracci lavorarono per due anni giungendo alla fine a un testo condiviso dalla stragrande maggioranza, poi lo approvarono quasi all’unanimità, ma già si resero conto che era una schifezza.
....(continua)
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grande marco
RispondiEliminaEd è io vero dei grandi statisti dell'epoca.Spero che fanno le cose in grande per la nazione Italia che fino adesso Non Hanno fatto...
RispondiEliminaEd è io vero dei grandi statisti dell'epoca.Spero che fanno le cose in grande per la nazione Italia che fino adesso Non Hanno fatto...
RispondiEliminaChe "facciano"... Il congiuntivo accidenti!
EliminaChe "facciano"... Il congiuntivo accidenti!
EliminaCome sempre sei un grande 🎶❤🎶🍁🌻🍁😁
RispondiEliminaIl povero Benigni non è più quello di una volta che ci faceva sganasciare dalle risate con :"tutto Benigni". Adesso fa l'intellettuale con la Divina Commedia, il che non gli si con fa come non confaceva a Vittorio Gasman L'Amleto: molto meglio nel pugile suonato, nel sorpasso, nel conte Tacchia. Cosa vuole più incidere questo Benigni, sceso a compromessi con se stesso, nella classe politica? Un bel niente!Ci rifaccia ridere e non piangere con la Divina Commedia.
RispondiEliminaBravo Marco
RispondiEliminaBravo Marco
RispondiEliminaSempre in gamba Marco
RispondiEliminaSempre in gamba Marco..!
RispondiEliminaSig. Benigni, come diceva Marzullo, si faccia una domanda, si dia una risposta e poi fuori dai coglioni!
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RispondiEliminaQuello fà il comunista con i soldi dei contribuenti RAI.
RispondiEliminaGrande Marco
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