lunedì 6 giugno 2016
BOOM! Ecco i numeri del TONFO PD a discapito del TRIONFO M5S. Adesso Renzi piange..
LA CRONACA - Non solo il trionfo del M5s nella Capitale e in parte a Torino, ma anche la sofferenza del Partito democratico in molte altre città. E lo dimostrano i silenzi dei candidati dem nelle principali città. A Napoli, ad esempio, la Valente non conquista neanche il ballottaggio. Partito di governo arranca anche in altri Comuni come Grosseto, Novara, Benevento. Confermati invece Salerno, Rimini e Cagliari dove però il primo cittadino è l'arancione Zedda
E’ il volto di Virginia Raggi che rimbalza sui giornali di tutto il mondo. E’ lei che si presenterà da candidata favorita come sindaco di Roma al ballottaggio tra due settimane con Roberto Giachetti (Pd) che per 3 punti supera Giorgia Meloni. “E’ un risultato storico per Roma” ammette spalancando il suo sorriso. Ma il trionfo nella Capitale dei Cinquestelle (che in un certo senso fa impallidire il risultato dei Cinquestelle alle Politiche 2013) è solo una faccia del primo turno delle elezioni comunali che hanno portato al voto 13 milioni di italiani in 1342 città e paesi (tra cui 7 capoluoghi di Regione e 18 di provincia). C’è intanto l’affluenza finale che si aggancia al 62 per cento con un netto calo rispetto al 2011: non un crollo, anche in rapporto con i dati di Europee e Regionali degli anni scorsi.
C’è soprattutto la sofferenza del Pd, non solo a Roma, ma quasi ovunque. Di certo il momento difficile dei dem ha il suo simbolo a Napoli. I dati dicono che Valeria Valente – che ha vinto quelle primarie così caotiche contro Antonio Bassolino – non andrà al ballottaggio: è rimasta inchiodata al 21,5%. La sfida finale per guidare il capoluogo partenopeo sarà invece di nuovo (come 5 anni fa) tra Luigi De Magistris, un altro sindaco arancione come Zedda e Pisapia, e Gianni Lettieri, che riuniva il centrodestra. A Milano il candidato renziano Beppe Sala si ritrova impantanato in un rischioso testa a testa con Stefano Parisi e dice tutto il fatto che l’ex ad di Expo non è mai uscito dalle stanze del suo comitato elettorale, mentre l’ex capo di Fastweb si è offerto con generosità ai giornalisti con lo spirito alle stelle. A Bologna, poi, il sindaco uscente Virginio Merola viene costretto al ballottaggio (dove troverà la leghista Lucia Borgonzoni) e soprattutto raccoglie la cifra deludente del 37 per cento circa. A Torino un altro sindaco uscente, Piero Fassino, ha sentito a lungo il fiato sul collo della candidata grillina Chiara Appendino che ora ha 10 punti di ritardo. Risultati, quelli di Bologna e Torino, ben al di sotto delle aspettative: Merola e Fassino speravano in un primo turno con consenso più solido. Entrambi affronteranno il ballottaggio con i favori del pronostico visto il vantaggio accumulato: eppure rischiano, non poco. A dimostrare che qualcosa non va in casa Pd, poi, c’è che tutti i candidati democratici restano in silenzio per ore: Giachetti non parla, Sala nemmeno, Fassino scandisce qualche frase a notte fonda, Merola manda una nota. “Abbiamo ricevuto il messaggio che gli elettori ci hanno voluto rivolgere attraverso il voto”.
A Roma, Milano, Torino e Bologna il Pd può ancora vincere al secondo turno, ma resta il momento di crisi in molte città: a Grosseto il candidato del Pd Mascagni è dato dietro a quello del centrodestra Vivarelli Colonna, a Novara il sindaco uscente Ballaré è costretto a inseguire il candidato di Lega-Fdi Canelli, a Ravenna sarà di nuovo ballottaggio dopo 23 anni e il democratico De Pascale se la dovrà vedere con Alberghini (centrodestra), a Benevento Del Vecchio (che ha vinto le primarie Pd) arriverà al ballottaggio insieme contro un veterano della politica, Clemente Mastella. Certo, come dice il vicesegretario Lorenzo Guerini già all’indomani del 5 giugno il Pd può dire di governare 800 Comuni, tra questi ci sono Salerno (dove Vincenzo Napoli ha vinto con percentuali “alla De Luca”: oltre il 73%), Rimini (dove il sindaco uscente Andrea Gnassi è stato riconfermato con il 57%) e infine Cagliari, con Massimo Zedda eletto al primo turno per il secondo mandato. Il primo cittadino del capoluogo sardo, tuttavia, è espressione di Sel, il che riaprirà il dibattito sulle alleanze del Pd: il dato di Cagliari è la conferma che il centrosinistra storico può vincere perfino in roccaforti moderate, “di destra”, come Cagliari.
Il caso Roma: M5s primo partito, sprofondano Forza Italia e Pd
Sempre sul momento complicato del Pd, non possono non far riflettere i numeri di Roma, dove i Cinque stelle sono diventati il primo partito con il 35,6%: rispetto ai risultato del 2013 (12,8%) i grillini hanno triplicato i loro voti. A pagarne le conseguenze sono stati i democratici e Forza Italia. Il partito di governo, infatti, si è attestato al 17%, contro il 26,26% delle comunali del 2013 e il 43,07% delle Europee. Se non è un tracollo poco ci manca. Nulla, però, di paragonabile al risultato di Forza Italia, arrivata ormai al 4% (13,4% alle Europee), di cui ha approfittato soprattutto Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, schizzata al 12,3% dopo il 5,32% delle Europee. Per quanto riguarda la ripartizione del voto, la Raggi è in testa in 13 municipi della Capitale su 15. Roberto Giachetti è primo solo nel I (centro storico) e nel II (Parioli San Lorenzo). La candidata grillina, inoltre, fa il pieno di preferenze a Ostia, il X municipio commissariato per mafia, sfiorando il 44% dei voti. Bene anche a Tor Bella Monaca (VI municipio), periferia della Capitale, dove raggiunge quota 41,04% e dove anche Giorgia Meloni, che lì aveva scelto di chiudere la sua campagna elettorale, raggiunge il suo miglior risultato con il 25,61% superando Roberto Giachetti che si ferma al 17,4%. Meloni con il 23,41 supera Giachetti (22,25) anche nel V Municipio (Pigneto, Prenestino, Centocelle) quartieri storicamente rossi. Raggi raggiunge un risultato importante anche in IV Municipio, nella periferia del Tiburtino dove arriva a quota 37,66%. Quasi testa a testa tra Raggi e Giachetti a Monteverde (XII), quartiere del candidato dem che ottiene il 30,49% contro il 31,84 della candidata M5s. Marchini va forte nel XV, nei quartieri bene di Cassia e Flaminia, dove prende il 16,84% e anche ad Ostia, dove ha chiuso la campagna elettorale, con l’11,19. Stefano Fassina raggiunge il suo miglior risultato in VIII Municipio (Garbatella, Ostiense, Ardeatino) con il 6,82% dei voti. Risultato simile anche a Torino. Quando sono state scrutinate 872 sezioni su 919, nel capoluogo piemontese il primo partito – seppure di poco – è il Movimento 5 Stelle: con il 29,87% delle preferenze supera il Partito democratico che è al 29,82%. La Lega è ferma al 5,79%, mentre Forza Italia è al 4,67%.
FONTE: http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/06/06/elezioni-amministrative-2016-risultati-roma-raggi-36-al-ballottaggio-con-giachetti-pd-non-sfonda-bologna-e-torino/2799129/
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Per il tanto male ché questi signori del governo hanno propinato ai cittadini Onesti,oggi è arrivato il momento di sparire per sempre dalla politica, mà sparire nel vero senso della parola, ed intanto si prende atto chè arrivato il momento di perseguire tutti i politici corrotti,i tangentisti,e quelli del malaffare, affinché vengano regolarmente ,e giustamente processati per i reati commessi.
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