La Procura di Firenze sospetta che i soldi dell’Unicef e di Operation Usadestinati alle campagne per i bambini affamati in Africa siano stati usati nel 2011 dal cognato di Matteo Renzi – Andrea Conticini – per iniettare capitali in tre società. La prima è quella dei Renzi, Eventi 6, che allora si chiamava ancora Chil Promozioni e le altre due società sono dei coniugiPatrizio Donnini e Lilian Mammoliti, renziani della prima ora. I Conticini giurano che i soldi sono stati usati per far sorridere i bambini africani con laPlay Therapy e l’avvocato Federico Bagattini ha fatto ricorso al Tribunale del riesame. Però l’accusa, con tutti i se del garantismo, resta enorme. I pmLuca Turco e Giuseppina Mione nel decreto di perquisizione non hanno inserito il nome delle società. Basta una visura per scoprire l’approdo del flusso finanziario da Londra a Firenze, segnalato dalla Banca d’Italia perché sospetto e al centro dell’inchiesta svelata da La Nazione venerdì. Cosa dice lo stringato decreto che pubblichiamo qui sopra?
Alessandro Conticini (40 anni ex dirigente dell’Unicef poi socio e direttore della londinese Play Therapy Africa Ltd con la moglie francese Valerie Quere, 42 anni) è accusato insieme a Luca Conticini (35 anni, gemello del terzo fratello Andrea, cognato di Renzi) di appropriazione indebita in concorso con il padre Alfonso, poi deceduto, “dal 2011 e fino al gennaio 2015 in Castenaso (Bologna) in relazione a somme di denaro corrisposte da Operation Usa e Unicef a Play Therapy Africa Limited (Pta Ltd) e da questa stornate, in assenza di idonea causale, in favore di Conticini Alessandro”.
La difesa dei Conticini è che la Play Therapy Africa era una società privatadei due coniugi. In realtà fino al 7 marzo 2013, pochi mesi prima della sua chiusura, apparteneva solo per due terzi ai coniugi Conticini ma per il terzo restante era della Play Therapy International, che ha sciolto l’affiliazione con la Pta Ltd. La rappresentante di Pti nella Pta Ltd, Monika Jephcott, si è dimessa da ‘secretary’ di Pta sempre il 7 marzo 2013. Secondo i pm di Firenze Alessandro Conticini avrebbe preso per sé i soldi destinati alle terapie per i bambini africani da Unicef e Operation Usa. Mentre il fratello, cognato di Renzi, è accusato di reimpiego dei capitali (art. 648 ter, che prevede nei primi due commi il riciclaggio) “commesso in Firenze nel corso del 2011 in relazione a somme di denaro provento del reato sopra indicato impiegate per l’acquisto di partecipazioni societarie in nome e per conto di Alessandro Conticini”. Il punto è che Andrea Conticini ha comprato in nome e per conto del fratello Alessandro quote solo di tre società in Firenze. La più famosa è la Chil promozioni Srl (poi denominata Eventi 6) dei Renzi.
Il 21 febbraio del 2011 davanti al notaio Claudio Barnini di Firenze ci sono le due sorelle e la mamma del premier più il cognato. Benedetta e Matilde Renzi con Laura Bovoli sono già azioniste mentre Andrea Conticini, in nome e per conto di Alessandro, partecipa all’aumento di capitale da 10 mila a 12 mila e 500, con sovraprezzo di 47 mila e 500. In pratica Alessandro Conticini prende una quota del 20 per cento (che poi cederà nel 2013) e mette 50 mila euro nel capitale della Eventi 6.
Matteo Renzi è stato socio e collaboratore di Chil Srl fino al 2003 e poi dirigente in aspettativa di Eventi 6 fino al 2014. Undici giorni prima, il 10 febbraio del 2011, Andrea (in nome e per conto di Alessandro) Conticini compra anche le quote di altre due società del giro renziano: il 20 per cento di Dot Media da Patrizio Donnini (uomo comunicazione di Matteo Renzi e di altri esponenti Pd) per 2 mila euro e il 30 per cento della Quality Press(in liquidazione dal 2013) dalla moglie di Donnini, Lilian Mammoliti, per 30 mila euro. La storia più imbarazzante però resta quella della Eventi 6. La società destinataria dei 50 mila euro dei Conticini non è una srl qualsiasi. Renzi, come raccontato dal Fatto, è stato assunto poco prima di essere candidato nel 2003 alla Provincia e da allora, grazie a questo trucchetto, i suoi lauti contributi pensionistici sono stati versati dalla Provincia e poi dal Comune di Firenze per 10 anni. Il premier si è licenziato dopo i nostri articoli percependo un Tfr che dovrebbe essere pari a circa 48 mila euro. Se l’ipotesi della Procura è giusta, da un lato la società delle sorelle e della mamma incassava dal cognato nel 2011 il capitale di Alessandro Conticini, frutto di appropriazione indebita, e dall’altro lato poi pagava nel 2014 il Tfr per il premier-dirigente in aspettativa. Davvero una brutta storia.
si una brutta storia, come sono brutte le persone che ci stanno dietro
RispondiEliminaE perché non lo indagano e si fanno spiegare il tutto. Ci saranno anche i movimenti bancari della società da contestargli
RispondiEliminaMisono rotta non succede mai niente
RispondiEliminafinisce come e finita linchiesta del padre a taralucci e vino
EliminaMisono rotta non succede mai niente
RispondiEliminaNON CAPISCO SIN DOVE ARRIVA LA CODARDIA E VIGLIACCHERIA DI QUEST'ESSERE SPREGEVOLE,FALSO E BUGIARDO COME NON MAI ,E' DA GALERA E DEVE ESSERE INDAGATO PER TUTTE LE PORCATE FATTE.BASTA MANTENERE PARASSITI,LA GIUSTIZIA DEVE FARE IL SUO LAVORO,NONDEVE GIRARSI DALL'ALTRA PARTE,LE PROVE CI SONO CHI SI ASPETTA?????QUELLO CHE E' SCRITTO DOVREBBE AVERE UN SEGUITO CON UNA CONDANNA,NON SI PUO' SEMPRE CONDONARE TUTTO A QUESTI LESTOFANTI,PERCIO' SPERIAMO IN UN RAVVEDIMENTO DELLA MAGISTRATURA,E LO INDAGHI SERIAMENTE.FACENDO PAGARE IL DOVUTO.SALUTI E NOI AL VOTO SUBITO,BASTA PORTARLO ALLE LUNGHE IL POPOLO VUOLR TORNARE AL VOTO E AL PIU' PRESTO.Presidente Mattarella si decidesse a sciogliere le Camere e' il popolo che essendo sovrano ha la facolta' di chiederLe lo scioglimento delle Camere e al voto subito non nel 2018 sara' troppo tardi.Ossequi e si decida.
RispondiEliminabasta qualcuno dovra' intervenire per mettere un freno a tutte queste brutture che si sentono se non e'vero gli facciamo tutte le ns scuse ma se e' vero che scompaiano per sempre dall'attivita' politica tali persone loro e i propri familiar
RispondiEliminaE' un esempio lampante di come funziona in Italia il "familismo" di uno spudorato ceto politico-parassitario a spese dei cittadini. A quando un intervento delle Procure di Firenze e Roma? Evidentemente sono troppo affacendate in altre questioni riguardanti presunte fughe di notizie. Vorremmo che si occupassero più assiduamente di queste forme capillari e devastanti di corruzione pubblica. Chiediamo troppo? E che lascino lavorare in tranquillità quei giudici che fanno il loro dovere al servizio della comunità.
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