domenica 9 dicembre 2018

“CE LA MENANO PER CONTE ED ESALTANO MACRON, CHE NON VINCEREBBE NEMMENO UN CONCORSO DA IMPIEGATO” Feltri epocale, così massacra la stampa di regime che da mesi riempie di complimenti lo schifoso dell’Eliseo

di Vittorio Feltri per Libero
Noi ci lamentiamo del nostro premier Conte e abbiamo qualche ragione per farlo. Così come ci lamentiamo spesso del governo che, tramite i pentastellati, vorrebbe trascinarci nella decrescita felice, cioè l’ anticamera dell’ inferno. Ma se ci guardiamo attorno vediamo che, tutto sommato, non stiamo tanto male.
Se diamo una occhiata a quello che sta accadendo in Francia non possiamo che consolarci. Piazze in rivolta, gente furibonda che protesta, gilet gialli che montano un casino sfrenato. Perché accade questo finimondo? Il Paese transalpino soffre giacché è il più tassato d’ Europa (il nostro al confronto è un Eldorado) inoltre è guidato da un personaggetto di terza fila, quel Macron che deve la notorietà al fatto di aver sposato una gentile signora della terza età. Non ne combina una giusta. È incapace di capire i problemi del suo popolo e, nonostante ciò, si dà un sacco di arie. Si crede uno statista quando invece non potrebbe neppure essere un impiegato statale. I sondaggi dimostrano che egli non è gradito dai connazionali: soltanto il 18 per cento dei quali lo tollera. L’82 per cento non lo regge più e minaccia un golpe per toglierselo dai piedi.
A Parigi non si vive, stravolta come è dalla rabbia dei cittadini alle prese col fisco soffocante. La situazione francese è quindi assai più preoccupante della nostra. Rendiamocene conto e smettiamola di piagnucolare sulle iniziative di Di Maio tese a impoverire le casse pubbliche della patria. Nulla autorizza a compiere salti di gioia solamente poiché i nostri cugini sono in difficoltà, tuttavia, dato che siamo nella Ue non sottovalutiamo le grane che opprimono coloro i quali non perdono occasione per deplorarci per via del debito e delle manovre romane destinate alla bocciatura di Bruxelles.
Bisogna infine essere onesti e non trascurare quanto succede nell’intero continente. La Germania zoppica e la Merkel è asfittica, sul punto di mollare la leadership del partito e di rendere debole il proprio esecutivo. L’Austria e l’ Ungheria tendono al cosiddetto sovranismo. Non c’è pace tra i socialisti internazionali, che si stanno estinguendo.
La sinistra in genere, non solo quella di casa nostra, non è in grado di contrastare le destre in crescita. Siamo di fronte a un cataclisma politico di larga portata, e i malesseri italiani sono quasi irrilevanti. Non siamo Calimero, piccolo e nero, e seguiamo l’ andazzo comunitario senza patire più di tanto. Portiamo pazienza. Salvini paragonato a Macron e a molti altri fa la figura di Quintino Sella, un gigante tra i sei o sette nani che pretendono di darci lezione.

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