Non è la prima volta La sottosegretaria interviene a un seminario politico e lo spaccia per una missione istituzionale finché non arriva una fattura di un fotografo
(CARLO TECCE – il Fatto Quotidiano) – A settembre è stata a Montréal, non per una missione ufficiale ma per tessere relazioni. Scoppia il caso per una fattura di un fotografo: oltre 1.000 euro che ora Palazzo Chigi non sa come giustificare. E non è la prima volta
Follow the vanity. Segui la vanità. Così a Palazzo Chigi hanno scoperto i dettagli del viaggio in Canada – dal 14 al 16 settembre 2017 – della sottosegretaria Maria Elena Boschi: con una fattura da saldare, trasmessa dall’ambasciata d’Italia di Ottawa, per un servizio fotografico da oltre 1.000 euro. Quello che conta, per giocare con le parole, non è il conto, ma l’imprudenza con cui la Boschi confonde le visite istituzionali e le trasferte di carattere politico. Sfruttando l’incarico di governo, la sottosegretaria promuove se stessa e alimenta relazioni personali con le risorse pubbliche destinate alle “missioni” dei rappresentanti dell’esecutivo. Non è la prima volta.
LA SOTTOSEGRETARIA è andata in Canada per intervenire al Global Progress, un seminario di matrice riformista di centrosinistra sui populismi e il protezionismo, organizzato da numerosi centri studi, Canada 2020, Center for American Progress, Policy Network e Volta. Quest’ultimo è un germoglio renziano: il presidente è Giuliano da Empoli, ideologo di Matteo, ex assessore al Comune di Firenze; un membro illustre è Diego Piacentini, ex manager di Amazon in Europa, nominato da Renzi commissario straordinario al digitale.
Boschi ha riempito l’agenda con una serie di rapidi impegni per giustificare la presenza al Global Progress di Montreal di venerdì 15 e sabato 16 settembre, complice l’assistenza dell’ambasciata, già schierata in passato per sostenere il Sì al referendum costituzionale: caffè con stretta di mano a Maryam Monsef, ministra canadese per le Pari Opportunità; un brindisi di mezz’ora all’Istituto di Cultura di Toronto coi parlamentari eletti all’estero (in Canada votano 115.762 italiani) e un’altra passerella nel Centro canadese di Architettura fra imprenditori e banchieri. Ingresso sempre vietato ai giornalisti, nessun resoconto ufficiale né conferenze stampa. Un po’ bizzarro per una “missione” ufficiale, come ha no- tato il Cittadino, il giornale canadese in lingua italiana che ha ricostruito le tappe del viaggio fra Toronto e Montreal. Il contorno dei succitati appuntamenti, senz’altro utili per la carriera politica, ha accompagnato il sottosegretario fino all’evento del Global Progress con Justin Trudeau, il giovane primo ministro canadese; Philippe Cuillard, il premier del Quebec e John Podesta, ex capo di gabinetto di Bill Clinton e responsabile della campagna di Hillary.
A un mese dal rientro dal Canada, il servizio fotografico ha innescato il dibattito interno a Palazzo Chigi sul controllo dei movimenti dell’ex ministra perché non incluso nel preventivo – di solito va dai biglietti per il volo alle stanze d’albergo – autorizzato da Paolo Aquilanti, il segretario generale, l’unico dirigente che valuta tutte le spese di Maria Elena. E allora conviene rac- contare il sodalizio. Boschi sceglie l’esperto Aquilanti come capo di gabinetto ai tempi del ministero per i Rapporti col Parlamento: è lui che la introduce nel sistema romano, che la guida nella scrittura dei testi di legge e nel complesso galateo istituzionale.
APPENA S’INCRINA il legame fra Matteo Renzi e Graziano Delrio, Boschi spedisce Aquilanti a Palazzo Chigi col ruolo di segretario generale. E prima del referendum, per garantirgli uno spensierato futuro, lo fa indicare per il Consiglio di Stato. La nomina a Palazzo Spada, però, viene posticipata di qualche mese, da dicembre 2016 a febbraio 2017, per consentire all’amico Paolo di ottenere la pensione da dipendente del Senato. A 57 anni. Con una forzatura delle regole, ottiene il distaccamento e conserva la poltrona di Palazzo Chigi, mentre l’altra lo potrà accogliere quando ne avrà bisogno. Fine della breve storia.
Aquilanti di professione fa il segretario generale, in realtà svolge le mansioni di segretario particolare di Meb, la scorta ovunque, dal Festival del cinema di Venezia al concerto del G7 al teatro di Taormina. Boschi adora le comitive, non va mai da sola. Anche per il Canada si è imbarcata con un paio di dipendenti di Palazzo Chigi.
DEL PRESUNTO viaggio di Stato esiste soltanto il diario di Meb: qualche pensiero disperso su Facebook, un album di fotografie postato su Instagram. In un’immagine c’è la Boschi in posa con Trudeau “breve e informale incont ro”, precisa lei; in un’altra la sottosegretaria dorme sull’aereo con un libro di Niccolò Ammaniti, Anna.
Fonte: https://infosannio.wordpress.com/2017/10/26/la-boschi-fa-viaggi-privati-allestero-e-li-paghiamo-noi/
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